Recensione Noctua NH-L12S e Noctua NH-L9a AM4

Recensione Noctua NH-L12S e Noctua NH-L9a AM4

Dissipatori

Nel corso degli ultimi mesi ha fatto capolino tra le file dei negozi online la nuova architettura Ryzen di AMD…

Recensione Enermax ETS-N31

Recensione Enermax ETS-N31

Dissipatori

E' da ormai qualche mese che i nuovi AMD Ryzen popolano le fila dei negozi online apportando una vera e…

Recensione Enermax NEOChanger

Recensione Enermax NEOChanger

Pompe,flussimetri e elettronica dedicata

E' con questa combinazione pompa-vaschetta che Enermax vuole far breccia nel mercato della dissipazione a liquido "custom". L'Enermax NEOChanger è…

Recensione Noctua NF-A4x20, NF-A12x15 e NF-A20

Recensione Noctua NF-A4x20, NF-A12x15 e NF-A20

Ventole

Ritorniamo quest'oggi a parlare di noctua chiudendo la lunga parentesi estiva che abbiamo affrontato sul marchio partendo dagli aggiornamenti dei…

Recensione Noctua NA-FC1 ed accessori abbinati

Recensione Noctua NA-FC1 ed accessori abbinati

Rheobus, fan controller

Con l'opportunità data dalla visibilità del computex 2017 Noctua, puntuale come ogni anno, ha colto l'occasione per presentare i nuovi…

Recensione Bitfenix Shogun

Recensione Bitfenix Shogun

Case e banchetti da test/bench

Prosegue in casa Bitfenix l'era dei case con paratie laterali in vetro. Il "fratello" del Bitfenix Aurora si chiama Shogun,…

Recensione LEPA Neollusion

Recensione LEPA Neollusion

Dissipatori

L'ultimo anno appena trascorso ha visto l'affacciarsi in maniera prepotente nel mondo dei sistemi di raffreddamento consumer l'utilizzo di soluzioni…

Recensione Raijintek Asterion Classic

Recensione Raijintek Asterion Classic

Case e banchetti da test/bench

Recensione ed analisi tecnica del case Asterion Classic di casa Raijintek; come siamo ormai abituati a vedere da qualche tempo,…

Recensione Alphacool X-Flow radiators serie

Recensione Alphacool X-Flow radiators serie

Radiatori

Quest'oggi vogliamo dedicare la recensione al mondo del liquid cooling, un settore che nel corso dell'anno appena passato ha subito…

How to: costruzione rheobus

Racchiudere l’elettronica dentro la carcassa di un masterizzatore mi ha dato diversi vantaggi:

 

 

 

 

*Il CFC si monta in maniera facile e sicura dentro qualunque case, compresi quelli che adottano sistemi tool free come il mio Uber Chakra.

*La struttura è rigida e solida, così tutti i circuiti rimangono adeguatamente protetti quando si deve fare manutenzione nel computer o durante un trasporto.

*La mascherina frontale viene ancorata a un supporto robusto.

*Il circuito stampato del masterizzatore, opportunamente ripulito dei componenti elettronici attivi, mi ha lasciato la comoda presa di alimentazione molex e il pettine IDE su cui ho fissato i rami di alimentazione delle ventole.

Dall’alimentatore ATX rottamato ho recuperato dei cavi elettrici sufficientemente lunghi per costruire tutti i circuiti interni e i rami di alimentazione esterni.
Anche le guaine a rete si sono rivelate utili perché riducono sensibilmente la tendenza dei cavi ad aggrovigliarsi.
In fine ne ho estratta una bella ventola da 140 mm ancora perfettamente funzionante che mi è servita nelle operazioni di collaudo e che potrò in seguito destinare alla ventilazione del case.
Come spiegavo sopra, i BD435 emettono poco calore con le potenze messe in gioco dalle ventole che troviamo nei computer e, infatti, nel progetto dell’Electrobus erano lasciati funzionare senza ausili per la dissipazione; io per prudenza ho preferito mettere dei piccoli dissipatori di alluminio (anch’essi ritagliati dal dissipatore dell’alimentatore) a contatto con pasta termoconduttiva per cpu, ma ho constatato con soddisfazione che durante il funzionamento diventano solo tiepidi.
Faccio notare che il lato posteriore dei transistor è elettricamente attivo (è connesso al pin dell’emettitore) e quindi i dissipatori non devono entrare in contatto con altri conduttori o toccarsi tra loro, pena il cortocircuito.

 

fig11

 

La mascherina frontale non è altro che la copertura di un vano da 5,25” di un case; l’ho strofinata con della carta vetrata molto grossa e una volta verniciata ho ottenuto una superficie con un effetto “legno grezzo”

fig12

 

Si può notare che tutti i componenti esposti sono raccolti verso il lato sinistro, in modo da lasciare uno spazietto libero per aggiungere in futuro qualcosa come altri led, interruttori, prese USB o semplicemente un logo adesivo. Nonostante la spaziatura ridotta, quando gli switch sono in posizione ON è possibile ruotare le manopole senza avere alcun intralcio alle dita.
Le due viti con cui la mascherina si fissa al telaio del masterizzatore, permettono di regolare l’allineamento con il frontale del case ospitante, in modo da apportare eventuali correzioni al difetto estetico.

 

Considerazioni:
Sono sicuramente molto soddisfatto del risultato ottenuto considerando che il CFC è il mio primo rheobus; ho provato sette ventole diverse per diametro e potenza e tutte possono essere regolate con efficacia, senza alcun problema di spunto all’avvio. Lo stile retrò che lo fa sembrare il pannello comandi di una vecchia apparecchiatura radiofonica, modernizzato dalla luce "blu elettrico" dei led, crea un impatto estetico che si abbina gradevolmente con la maggior parte dei case.




vistatot

Durante il lavoro mi sono venute delle idee interessanti che poteri realizzare in un prossimo CFC v2.0, come per esempio l’uso di un masterizzatore a formato corto (ad esempio Lite-ON e simili), rami di alimentazione modulari (come nei migliori alimentatori moderni), componentistica più piccola per una versione su slot da 3,5”, led di colori diversi.

Ringrazio Mattia "Tarm@" per aver gentilmente condiviso il know how del suo progetto Electrobus.

Paolo Sartori [Capellone]

Commenti sul forum.


« Indietro 5/5 Avanti

ULTIMI MESSAGGI DAL FORUM

COMUNICATI STAMPA DAI PARTNER

COLLABORIAMO CON