Nel video riportato di seguito viene effettuato un test sfruttando i principi descritti nella pagina precedente, a partire dal minuto 0:52 si può chiaramente vedere il raccordo di uscita riempire il realtivo tubo con l'acqua introdotta; tale fuoriuscita non è tuttavia dettata dall'acqua in arrivo dalle canaline ma dalla camera di entrata del liquido, evidenziando un passaggio di acqua dal raccordo di entrata a quello di uscita confermando che l'esemplare in nostro possesso è affetto dalla problematica che stiamo descrivendo.
Lo stesso test è stato effettuato con un radiatore di stretta derivazione industriale con canaline testate per resistere fino a quattro BAR, pacco alettato in alluminio e saldobrasature sulle giunzioni. In questo caso nonostante l'intero tubo di mandata si riempito fino all'orlo non c'è nessun trafilamento del fluido tra i due raccordi del prodotto:
Per capire meglio l'enità del problema abbiamo deciso di aprire una delle due camere, ciò ha implicato il dover armarsi di Dremel e letteralmente smerigliare l'ottone che fa da struttura al radiatore stesso.
Questo ci ha inoltre permesso di dare uno sguardo anche all'interno dello scambiatore in una foto più unica che rara, dodici canaline parallele dislocate a gruppi di sei su due linee ritrovano la luce.
a questo punto sono stati ripetuti i test nel medesimo metodo effettuato durante il primo video, nello specifico nel filmato seguente si individua con chiarezza, grazie a una microcamera, l'entità del problema.
Come si può chiaramente notare, l'acqua una volta riempita totalmente la camera di entrata oltrepassa il divisore delle camere e trova sfogo direttamente nella superficie di uscita, venendo poi espulsa dal raccordo posto nella seconda camera e ritornando direttamente alla pompa che successivamente la rispingerà verso i waterblock che compongono l'impianto di raffreddamento.
L'origine dei flussi dell'acqua è facilmente notabile al minuto 1.05 dell'ultimo video, in esso notiamo che l'acqua non ha origine dalle canaline, come ci si aspetterebbe, ma arriva dalla paratia laterale che dovrebbe fare da divisore tra le due camere.
Gli effetti che si hanno sul sistema sono evidenti cosi come è evidente il calo prestazionale che un triventola ha in ambito liquid cooling rispetto ad un'altro radiatore di simili features ma di ambito industriale e, quindi, con le due camere saldate.
Purtroppo la soluzione per chi si ritrova in possesso di questo tipo di radiatori non è di semplice realizzazione e vede come unica soluzione duratura quella di aprire le camere del radiatore tramite l'utilizzo di una smerigliatrice(dremel), sigillare la parte visibile nel terzo video e risaldare le camere in ottone, questo permetterebbe di recuperare il gap prestazionale che si avrebbe nei confronti dei radiatori di nuova generazione.
Parlando con un ex sviluppatore del settore, tale soluzione risulta essere la più duratura nonchè la più sicura.
L'utilizzo di siliconi e altri prodotti commerciali non offrirebbere infatti una sicurezza a lungo termine e, nel caso in cui si stacchi una parte del composto applicato, si rischierebbe con percentuali piuttosto elevate di rompere la pompa o di creare punti di pressione a causa del materiale che andrebbe ad ostruire il regolare flusso dell'acqua nei tubi.
Ne sconsigliamo pertando l'adozione salvo essere pienamente a conoscenza dei comportamenti a lungo termine del materiale che state per andare ad utilizzare; a tal scopo, ricordiamo che alcool,glicoli e alcuni additivi sono altamente corrosivi per alcune materie di derivazione polimerica.