Alpenföhn è una azienda che ha saputo nel giro di pochi anni imporsi come una delle case leader del settore air cooling, offrendo soluzioni di fascia alta in grado di andare a soddisfare le richieste del mercato sempre più esigente sul piano delle prestazioni e dell'estetica.
Facendo un passo indietro, il brand nasce nel 2008 come distaccamento da EKL; azienda tedesca tutt'ora operante nei sistemi di raffreddamento OEM in ambito IT e led cooling, da cui eredita il background costruttivo che gli consente nel giro di pochi mesi di presentare soluzioni competitive caratterizzate da un basso costo di acquisto e dalle performance, su carta, comparabili alle soluzioni di fascia alta di terzi.
Con il passare degli anni Alpenföhn è poi risucita a migliorare quanto di buono la casa madre aveva fatto nel mercato oem, sviluppando grazie anche alle voci dei consumatori finali prodotti che si sono via via contrapposti a quelle che erano le "pietre secolari" del campo dei sistemi di raffreddamento ad aria.
Ques'toggi la casa tedesca ha voluto attaccare la fascia alta o se vogliamo "enthusiast" del bacino di riferimento, presentando per la prima volta dalla sua nascita un dissipatore a doppia torre dissipante che trova come avversari naturali l'NH-D14 di Noctua e il silver arrow di Thermalright.
Il dissipatore è stato presentato al grande pubblico con il nome di K2 agli inizi di quest'anno durante il corso del Cebit 2011 tenutosi come di consueto ad Hannover in quel della Germania, ma ne viene ufficializzata la vendita solo pochi giorni fa con un cumunicato stampa della casa che annuncia la disponibilità del prodotto presso i principali rivenditori del marchio.
Riportiamo come nostro solito le caratteristiche tecniche dichiarate dal brand costruttivo che potranno essere successivamente paragonate con quelle ottenute in maniera strumentale.
Secifiche Dissipatore:
Dimensioni | 146x154x160mm |
Peso | 1050gr(senza ventole) |
Specifiche Wing Boost 120mm:
Dimensioni | 120x120x25mm |
Voltaggio nominale | 12 VDC |
Velocità(@12VDC) | 1500 rpm |
Portata | 108 m³/h |
Bearing | HD-Bearing(Hydraulic Bearing) |
Auto Restart | Si |
Specifiche Wing Boost 140mm:
dimensioni | 140x25mm |
voltaggio nominale | 12 VDC |
Velocità(@12VDC) | 1100 rpm |
Portata | 104,7 m³/h |
Bearing | HD-Bearing(Hydraulic Bearing) |
Auto Restart | Si |
Segnaliamo inoltre anche la disponibilità di PDF inerenti la compatibilità su socket Intel, AMD e per le Ram.
L'Alpenföhn K2 viene venduto all'interno di una confezione di cartone che oseremo definire "massiccia"; nel corso di questi anni di recensioni, con tutta probabilità il package fornito da Alpenföhn risulta uno dei più grandi se non il più grande in termini volumetrici che ci sia giunto per quanto riguarda i dissipatori.
Esso si presenta con una confezione in cartone ondulato a prevalente nera su cui vengono riportati in primo piano, nella parte frontale, una panoramica a 45° del dissipatore, il nome del prodotto con il relativo logo e lo slogan del K2 che lascia ben poco spazio all'immaginazione: "Face your destiny and use our strongest weapon in your fight against the heat!"; letteralmente : "affronta il tuo destino e usa la nostra arma più potente nella tua battaglia contro il calore!".
Slogan sicuramente d'effetto che fa fin da subito capire di cosa stiamo parlando, in questo caso Alpenföhn non usa mezzi termini e mette subito le carte in tavola, presentando il K2 come la soluzione più performante della casa "our strongest weapon".
Le restanti facce portano all'analisi dell'acquirente le principali caratteristiche tecniche del prodotto che vengono descritte da un punto di vista prettamente analitico, riportando praticamente ogni possibile informazione come le dimensioni(160x144x154mm), il peso(1378g) del dissipatore, le specifiche delle due ventole, i socket intel e AMD compatibili che prevedono anche la compatibilità con il nuovo FM1, e le certificazioni ottenute dal K2 che risultano essere la CE e la Rhos, rispettivamente per il rispetto dei parametri di sicurezza/conformità europei e il rispetto ambientale grazie all'assenza di metalli pesanti dannosi per l'ecosistema in cui viviamo.
Interessante risulta notare di come sebbene il prodotto venga venduto sotto il nome di Alpenföhn, la casa responsabile della produzione nonchè di eventuali RMA risulta essere la casa madre EKL; essa viene indicata accanto alle principali certificazioni e arreca con se la nazione di provenienza(Germania) che viene affiancata da quella di produzione del prodotto, Cina ovviamente.
Aperta la confezione, ritroviamo il tutto diviso in apposite sezioni che vengono raggruppate grazie all'utilizzo di un astuccio in cartone di colorazione nera; il primo che ci verrà in mano sarà quello contenente la fornitura dei sistemi di ritenzione e dei principali accessori come pasta termoconduttiva e clip in acciaio di ritenzione per le ventole; quest'ultime anch'esse imballate una ad una in ulteriori astucci di cartone nero.
Il bundle risulta parecchio ricco e si compone di un sistema di ritenzione in acciaio con struttura a ponte utilizzante sei punti di ritenzione che ci permetterà di smonttare il dissipatore senza essere obbligati a rimuovere anche il backplate, dovendo smontare quindi anche la scheda madre e le relative schede di espansione con un netto risparmio di tempo.
A ciò viene affiancato un backplate a doppio strato di colorazione nera e dalla fattura piuttosto spartana, esso risulta infatti una semplice placca di acciaio riportante i vari socket che viene successivamente rivestita da una pellicola di plastica consentendogli di isolarsi totalmente dalla scheda madre evitando possibili cortocircuiti che andrebbero inevitabilmente a rendere inutilizzabile la componentistica.
Gli accesori prevedono la fornitura di quattro disaccoppiatori in gomma per il backplate, un tubetto di pasta termoconduttiva siliconica di fascia media,una adattatore 4-->3 pin a 7v non sleevato, un libretto di istruzioni in bianco e nero che risulta essere un semplice A4 piegato; e la fornitura di ben otto clip di ritenzione per le ventole che ci permetteranno di montare fino a tre ventole, da 120 o 140mm, sul corpo dissipante del K2.
Ci sono tuttavia diversi però che col senno di poi fanno anche in parte sorridere, Alpenföhn infatti nella creazione del bundle si è un po persa via nei dettagli; il primo di questi risulta essere la fornitura di un unico adattatore di downvolt 4--->3pin a fronte dell'utilizzo di due ventole, ciò andrà a porre l'utente nel dover scegliere quale ventola downvoltare o lo obbligherà a downvoltarle entrambe utilizzando il doppio molex integrato nella ventola da 120mm; non esattamente il massimo della vita se si pensa che ormai nelle soluzioni di fascia alta potenziometri su slot pci o cavi passanti con resistori sui +12v sono all'ordine del giorno.
Il secondo "problema" risulta essere quello più macroscopico e che fa capire che forse chi ha dettato i numeri del bundle era sprovvisto della reali dimensioni del K2, la fornitura di otto clip per le ventole risulta quantomeno bizzarra poichè, volenti o nolenti, il massimo numero di ventole che potremmo installare risiede nel numero di tre collocate rispettivamente sulla prima torre, sulla seconda torre e una terza posta tra queste due in estrazione o immissione a seconda di come si vogliano configurare i flussi.
Questo è dettato dal fatto che la distanza tra le due torri, come mostrato nei disegni tecnici in prima pagina, è di "soli" 28mm che permettono giusto giusto l'alloggiamento di una ventola comune da 25mm, portando il numero massimo di soluzioni instalabili a tre e non quattro; lasciando quindi due clip in "omaggio" all'utente.
L'installazione di quattro ventole a onor del vero e per completezza di informazione, sarebbe possibile unicamente con ventole da 120mm a basso profilo come le slip stream di casa Scythe che, con i loro 12mm di altezza, riescono a inserirsi tra le due superfici dissipanti lasciando meno di 4mm tra le due cornici delle ventole; tuttavia una soluzione di questo tipo risulterebbe parecchio più rumorosa e meno performante di una soluzione da 25mm o comunque delle ventole fornite in bundle, ricordo infatti che dai dati dichiarati una Slip stream da 1600rpm produce a +12v soli 38CFM con una emissione acustica di quasi 29Db(A).
Non avendo inoltre Alpenföhn a catalogo alcuna ventola a basso profilo ci risulta difficile credere, per ovvi motivi, che la casa abbia optato per questo genere di soluzione per far fare "cassa" ad altre aziende, e quindi riteniamo essere un problematica di confezionamento del tutto.
Non che sia ovviamente un problema ma magari una maggior attenzione nella fornitura del bundle poteva eventualmente portare all'eliminazione delle due clip, di fatto inutili per l'utente obbligato lo stesso a pagarle, fornendo al loro posto un ulteriore adattatore e magari implementando pure una sleevatura sui cavi a vista.
Come perdersi in un bicchiere d'acqua!
Le ventole che ci vengono fornite con l'Alpenföhn K2 sono due ventole appartenenti alla serie Wingboost della casa tedesca, a nostra disposizione avremo una ventola da 120mm ed una da 140mm con fori di ritenzione da 120mm grazie all'utilizzo di un telaio frameless.
Entrambe utilizzano un layout ventilante a nove pale e si propongono all'utente con l'innovativo telaio in elastomeri capace di assorbire per larga parte le vibrazioni trasmesse dal motore alla struttura su cui sono montate, interessante risulta inoltre notare la colorazione della cornice interna delle due wingboost che, con il K2, vengono fornite nella nuovissima versione in colorazione bianca; attualmente non disponibile a listino nella versione retail che prevede unicamente la prima versione a pale blu e la seconda a pale e frame interno arancione.
Come per tutte le wingboost anche in questi due modelli, le pale sono quasi interamente prive di profili aerodinamici per il controllo dei vortici pre e post ventola; l'unica soluzione tecnica adottata dal marchio risultano essere tre pinne appena accennate poste nella parte esterna deli profili ventilanti che, partendo da circa metà pala, si sollevano di un millimetro in altezza andando a colpire in maniera ortogonale la linea di spinta della superficie palare.
Ciò permette, secondo quanto dichiarato da Alpenföhn, di ottenere un miglior controllo dei vortici più esterni andando a diminuire l'ampiezza del cono d'aria post ventola al fine di massimizare pressioni e portate li dove sono richieste, senza disperdere i flussi in una zona troppo ampia e quindi di scarso interesse per l'utente.
Grande attenzione viene data come di consueto all'estetica e alla qualità costruttiva che prevede l'utilizzo di materiali di primissima qualità e una costruzione certosina della ventola; tutte le saldature godono infatti di una precisione millimetrica tra il corpo centrale del motore e le pale che vengono dislocate secondo una precisa inclinazione, decisamente più accentuata per la 120mm che prevede un profilo di attacco dell'aria nettamente più diretto della sorella maggiore da 140mm utilizzante una curvatura più conservativa.
Da un punto di vista meramente estetico le wingboost godono di uno sticker estetico frontale, a logo bianco su sfondo nero, e di cavi di alimentazione non convenzionali utilizzanti tonalità di grigi e neri al fine di evitare forti contrasti con il colore delle pale o con la cornice interna bianca; nulla è lasciato al caso.
Eccellente risulta inoltre anche la sleevatura di questi ultimi effettuata interamente con sleeving multifilamento ad alta copertura, perfezionata dall'utilizzo di molex di connessione neri e da una guaina termorestringente ben dimensionata, in grado di garantire una presa salda senza al contempo andare a sfrozare i crimp del molex.
La ventola fornita in bundle con l'Alpenföhn K2 è stata testata secondo la metodologia di test applicata alle ventole di recente pubblicazione; per comodità riportiamo un estratto della metodologia nei suoi punti salienti anche se consigliamo vivamente la lettura integrale.
http://www.coolingtechnique.com/guide/metodologie-di-test/399-galleria-del-vento.html
Estratto metodologia di test:
L'analisi strumentale delle ventole viene effettuata collocando il prodotto all'interno di una struttura appositamente studiata e creata da parte del nostro Staff e realizzata dall'italiana Dimastech su specifiche da noi fornite; ciò consente di posizionare la ventola in posizione elevata dal piano di sostegno ad una distanza di 50 centimetri dal microfono di rilevazione con il cono d'aria opposto alle onde acustiche rilevate,permettendoci di evitare possibili interferenze dovute ai flussi che agiscono sul microfono.
Lo schema seguente sintetizza in maniera agevole quanto fin qui descritto:

Per ciò che concerne le rilevazioni della portata,di rpm,pressione e ampere saranno presi i valori a 0/1/2/3/4/5/6/7/8/8/9/10/11 e 12v(forniti da un alimentatore da banco stabilizzato), questo è reso nuovamente possibile dalla nuovo struttura realizzata tramite lamiera da 2mm in acciaio a tenuta stagna.
Essa vanta un volume d'aria di 2500cm3, circa quattro volte il volume della precedente, al cui interno è stato applicato un manto di fonoassorbente multifrequenza da 3cm di spessore capace di tagliare in maniera sensibile ogni tipo di risonanza e di emissione acustica che si potrebbe venire a creare a causa delle turbolenze interne.
A flussi "puliti" l'aria viene canalizzata sul fondo e restituita ad una anemometro a filo caldo; quest'ultimo a differenza dei comuni a ventola assiale, vanta l'implementazione dell'ultima tecnologia utilizzata nel campo che prevede l'adozione di un filo in ceramica preriscaldato costantemente monitorizzato da una termocoppia ad elevata precisione in grado di calcolare in real time, grazie al supporto del microprocessore integrato, la variazione decimo di secondo per decimo di secondo della temperatura del filo che risulterà più caldo in luogo di basse portate e più freddo qual'ora ci siano ingenti flussi.
L'adozione di questo genere di soluzione offre molteplici vantaggi tra cui indubbiamente la maggior precisione che nel nostro caso passa da 0,39 a 0,10 m/s e porta con se l'assenza della ventola di rilevazione che difatto costituisce un ulteriore fonte di rumore non altrimenti eliminabile.
Di seguito viene illustrato il funzionamento dell'anemometro in utilizzo:
Nome ventola: Alpenföhn wingboost 120 - new edition
(data updated on 26/10/2014)
Video in alta definizione
Nome ventola: Alpenföhn wingboost 140
Video in alta definizione
RPM/CFM(Pescaggio)
Il K2 di casa Alpenföhn viene protetto da tutta una serie di imballaggi; oltre che alla confezione estetica esterna vista in apertura di articolo, esso viene introdotto anche all'interno di un ulteriore scatola in cartone che fa letteralmente da "sarcofago" al dissipatore, ponendo il k2 all'interno di una struttura ad incastro che prevede una armatura esterna parrallelepipeda avente uno spessore di 3cm per lato; per intaccare la struttura del prodotto questa volta una semplice botta non basterà di sicuro; possiamo inoltre assicurarvi che ci vorranno un due minuti buoni solo per capire come estrarre il tutto senza disfare gli imballaggi; lasciamo in questo caso a voi l'inventiva suggerendovi che la frase "apriti sesamo" non funziona.
Rimossi i vari imballaggi possiamo ammirare il K2 in tutta la sua struttura, esso risulta essere un dissipatore a doppia torre dissipante parallela caratterizzato da un matrice simmetrica da ben otto heatpipes U design da sei millimetri di diametro a capillarizzazione sinterizzata.
Queste ultime vanno ad alimentare due pacchi alettati da quarantotto alette in alluminio ciascuno caratterizzati da una struttura lamellare, in parte, del tutto innovativa; se infatti al centro delle due torri la superficie dissipante presenta un profilo praticamente fotocopia dell'NH-D14, con l'utilizzo di quindici file dentellate per l'abbattimento del coefficiente di attrito aerodinamico posto su valori relativamente alti a causa dell'alto numero di alette; nelle facce più esterne utilizza una configurazione di attacco ai flussi totalmente proveniente da farina del proprio sacco.
Tale tecnologia prevede la costituzione di profili non più in due dimensioni, come quelli utilizzati sul Noctua e nella parte centrale del K2, ma prevede la sagomatura di profili piramidali tronchi in 3D; ciò svolge essenzialmente lo stesso lavoro dei profili a file dentellete ma su carta promette di farlo meglio, ottenendo una superficie a pressioni diversificate in grado di bilanciare i flussi in arrivo dalla ventola e sfruttando di conseguenza al massimo l'aria creata, scaricandone ai lati unicamente una minima parte sia che si parli di ventole ad alte,medie o basse pressioni statiche, grazie anche alla struttura laterale interamente chiusa dai profili in alluminio che svolgono la duplice funzione di rigidità strutturale e di ottimizzazione dei flussi interni.
La testa del k2 risulta piuttosto standard, la casa si limita unicamente ad applicare sulle ultime alette delle due torri il proprio logo in rilievo lasciando a vista i cappucci saldobrasati delle heatpipes, che subiscono comunque in precedenza, cosi come la base, un processo di nichelatura antiossidazione evitando di lasciare a vista il colore arancione del rame elettrolitico che andrebbe a creare un contrasto con il colore argenteo dell'alluminio; interessante in questo caso risulta notare di come, sebbene si parli di un dissipatore di fascia alta, risultano assenti le varie saldature tra alette e heatpipes che vengono semplice punzonate le une con le altre.
Le uniche saldature presenti risultano quelle utilizzate per la corretta messa in posa delle heatpipes all'interno del blocco di buffer in rame della base, il quale subisce anch'esso un rivestimento in nichel al fine di evitare la naturale ossidazione che col tempo tenderebbe al verde scuro.
Doveroso risulta spendere due ulteriori parole sulla base; nonostante infatti Alpenföhn utilizzi un sistema di ritenzione a ponte, la casa non rinuncia all'utilizzo di un dissipatore, se pur minimo, di buffer in alluminio monoblocco che va a racchiudere la parte superiore delle heatpipes e si estende ai lati della clip a ponte per una altezza di 5mm con una struttura complessiva di ventinove alette di cui quattro, poste in posizione centrale, dalle ampie dimensioni; oltre a questo abbiamo quello che potremmo definire la vera ciliegina sulla torta, il brand parla di una lucidatura a specchio della base; rifinitura non di certo nuova e che spesso e volentieri viene utilizzata anche da terzi se pur non porti benefici tangibili in termini di performance.
In venti,trenta,quaranta dissipatori che sono passati per il lab nessuno però godeva di questa lucidatura a specchio che risulta letteralmente da prendere alla lettera grazie ad una lucidatura che oseremo definire perfetta.
Il sistema di ritenzione che avremo a disposizione come si è potuto notare nelle prime battute dell'articolo odierno è un sistema utilizzante una struttura di ritenzione a ponte a sei punti di ancoraggio, esso ha diversi punti in comune con il secufirm di casa Noctua da cui prende spunto per la creazione dei sistemi di ritenzione del backplate e per il ponte centrale, di fatto concettualmente identici se pur cambino le sagomature delle viti.
La prima operazione che ci verrà richiesta per il corretto montaggio del tutto sarà l'inserimento dei perni di ritenzione all'interno del backplate; essi dovranno essere inseriti negli appositi fori del proprio socket di riferimento per poi essere mantenuti in sede dalle clip in gomma che fungeranno unicamente da supporto per le prime fasi di montaggio evitandoci "giochi di prestigio vari".
A viti inserite dovremo procedere all'installazione della relativa gabbia di ritenzione sulla scheda madre, il processo cosi come per il secufirm di noctua è piuttosto semplice e prevede unicamnete l'adozione di quattro distanziali e di due clip di ritenzione in acciaio.
La procedura prevede, in questo caso, da prima l'inserimento del blocco backplate più viti all'interno del socket della scheda madre e, in secondo luogo, l'inserimento dei quattro distanziali in plastica neri su cui verranno adagiate le due clip di ritenzione amntenute a loro volta in sede da quattro bulloni zigrinati e con una fessura a taglio in testa per poter stringere correttamente il tutto tramite l'ausilio di un cacciavite a taglio non fornito di serie.
A gabbia in posizione, il backplate risulterà saldamente ancorato alla scheda madre permettendoci a sistema montato di smontare e rimontare il dissipatore unicamente utilizzando le due viti poste sulla staffa a ponte che andrà a far presa nei due fori visibili in posizione centrale nelle due staffe laterali di cui sopra.
L'ingombro del dissipatore trattandosi di un doppia torre dissipante è piuttosto marcato, su una ATX standard esso si espande fin sopra i due slot di ram più vicini al processore e va ad interessare tutta la zona delle fasi di alimentazione della cpu; nessun problema risulta invece per ciò che concerne vga e schede di espansione PCI che non vengono interessate dalla superficie dissipante del k2.
Il sistema di test utilizzato per l'analisi termica dell'Alpenföhn K2 risulta essere l'ormai consolidato utilizzo del simulatore termico, l'intera metodologia è visionabile all'url seguente:
http://www.coolingtechnique.com/guide/metodologie-di-test/422-metoodologia-di-test-dissipatori.html
La ventola è stata posizionata in immissione sulla superficie dissipante della seconda torre e quindi in posizione centrale tra le due torri.
Sorgente; carichi termici da 40 a 300W
Superficie dissipante; carichi termici da 40 a 300W
Collasso termico
Alpenföhn con il K2 ha voluto prepotentemente inserirsi nel mercato dei dissipatori di fascia alta facendolo in maniera macroscopica; ciò l'ha portata ad immettere un prodotto che fa delle dimensioni e delle caratteristiche tecniche i suoi principali punti di forza che non lo rendono secondo a nessuno.
Il K2 risulta infatti, ad oggi, il dissipatore a doppia torre dissipante con il maggior numero di heatpipe implementate, adottante inoltre finiture di tutto rispetto come l'utilizzo di nichel sulle parti in rame soggette ad ossidazione nel corso del tempo.
Da un punto di vista estetico Alpenföhn ha ormai raggiunto, se non superato, la concorrenza; il K2 vanta una qualità dei materiali decisamente buona e tutto il corpo dissipante viene assemblato in maniera chirurgica da parte della catena produttiva della casa tedesca.
Sicuramente da notare risultano, in questo caso, le rifiniture estetiche apportate sotto forma di sleeving sui cavi di alimentazione delle ventole e sulla lucidatura a specchio della base la quale oseremo definire senza esagerazioni con l'aggettivo perfetta.
Unica nota negativa risulta essere la relativamente infelice scelta di utilizzare un unico adattatore, non sleevato, di downvolt che tramite il molex passante della ventola da 120mm va a downvoltare entrambe le ventole a sette volts se messo in serie; tale scelta non risulta molto pratica poichè a nostra disposizione avremo due ventole strutturalmente differenti, se pur concettualmente identiche, che hanno a loro disposizione due range di rpm totalmente differenti.
Se quindi volessimo downvoltare solo la 120mm mantenendo al contempo la 140mm ai sui rpm nominali poichè, di fatto, più silenziosa; cosi come la casa ha pensato il sistema tale settaggio non è possibile se non alimentando la wing boost da 140mm tramite scheda madre o fan controller, rendendo quindi inutile il molex passante utilizzato sulla sorella da 120.
Le ventole nello specifico risultano essere il valore aggiunto del K2; grazie all'utilizzo di un motore a lubrificazione diretta (hydraulic bearing) e ad un telaio in elastomeri che taglia le frequenze di risonanza più problematiche, esse si dimostrano essere alcune delle ventole più bilanciate attualemnte presenti sul mercato con valori di emissioni acustiche a parità di CFM fra i più bassi registrati all'interno dei nostri locali e con valori di pressione e di pescaggio decisamnete interessanti, che fanno delle ventole delle ottime soluzioni per il raffreddamento attivo dei dissipatori o di eventuali radiatori per i sistemi di raffreddamento a liquido posizionando i prodotti nella fascia media dei vari grafici di riferimento non sbilanciandole in alcun settore se non in quello del pescaggio dove risultano avere una marcia in più rispetto la concorrenza.
Per ciò che concerne l'aspetto meramente prestazionale, la soluzione di casa Alpenföhn si va a posizionare nella fascia enthusiast del mercato; le ben otto heatpipes e la superficie dissipante a "basso" coefficiente di resistenza aerodinamica si fanno decisamente sentire soprattutto sopra i 150W dove fa segnare valori molto simili alla soluzione di casa Bequiet recentemente testata, attestandosi a 200W come il dissipatore più performante sulla piazza dopo il monumentale Susanoo di casa Scythe, equipaggiato con la bellezza di dodici heatpipes indipendenti(L design) da sei millimetri di diametro.
Sotto tali valori, come da aspettativa, il limitato dissipatore di buffer fa il possibile lasciando strada ai dissipatori dalle dimensioni più contenute, in grado di gestire in maniera migliore il carico termico portato alla base e che le heatpipes faticano ancora a portare in superficie dissipante,basti pensare che a 40W le heatpipes hanno da gestire a testa un carico di soli 5W, praticamente nulla o quasi per questo genere di soluzioni.
L'Alpenföhn K2 è attualmente disponibile sul mercato nazionale e comunitario ad un prezzo di 74,90€ iva inclusa, cifra sicuramente in linea alla fascia di riferimento a cui è orientato il prodotto e che viene in parte giustificato dalle soluzioni tecniche implementate al suo interno e alla fornitura di due ventole di fascia alta come le wing boost.
Nome prodotto | PRO | CONTRO | Eventuali Awar |
Alpenföhn K2 |
+ ottima qualita costruttiva |
- singolo adattatore di downvolt(vedi conclusioni) |
|
Ringraziamo Caseking.de e Alpenföhn per la fornitura del dissipatore oggetto dell'articolo odierno.