In queste pagine abbiamo avuto l'onore di analizzare l'ultimo nato nella famiglia di case ISK di casa Antec, l'ISK600; seppur molto differente per design, tecnologia e target, nasce come erede dei vari ISK 100, ISK 110 e ISK 300, per ampliare una famiglia ancora poco esplorata dalla casa californiana, soprattutto considerando il portafoglio di case di tutto rispetto negli altri segmenti di mercato.
Già sin da prima dell'apertura della confezione, si intuiscono le dimensioni molto contenute del case; e questa sensazione non viene smentita una volta estratto dalla confezione; rispetto, ad esempio, ai Corsair Obsidian 250D o al Bitfenix Colossu Mini-ITX, è decisamente più basso, quasi 13cm in meno, mentre restano pressochè invariate larghezza e profondità. Il motivo di questa differenza è tutta all'interno, dove la disposizione dei componenti è nuova: la scheda madre è installata direttamente sul fondo e l'alimentatore (con dimensioni ATX standard) è posto, appoggiato su di un fianco, nella parte frontale, con il cavo per alimentarlo che si collega alla presa installata sul retro del case.
In questo modo si hanno più vantaggi: il case è più piccolo, si possono installare dissipatore più generosi, con altezza massima fino a 170mm e ci stanno schede video anche di dimensioni non indifferenti, sia in lunghezza (massimo 317mm) che in altezza, anche con dissipatori a doppio slot. Ma si hanno anche alcune controindicazioni, come ad esempio l'assenza di una ventola frontale in immissione oppure gli spazi ristretti per il cable management una volta installato l'hardware.
Tutto questo è stato realizzato a regola d'arte, sia sul fronte estetico che tecnico; l'Antec ISK600 si presenta come un piccolo parallelepipedo con spigoli secchi, ma stondati, senza alcun fronzolo particolare; il colore nero è uniforme su tutta la superficie, con una elegante finitura spazzolata per la cover posteriore in alluminio, satinata per la maschera frontale in plastica. Solo due piccole griglie sui lati e il pannello di I/O sul frontale a rompere questa pulizia. Questo suo aspetto sobrio, quasi serio, lo rende molto facile da inserire in qualsiasi ambiente, ad esempio com HTPC a fianco del vostro televisore in salotto.
Il telaio ci è parso, poi, studiato e realizzato a dovere, in acciaio SECC da 0.8mm; le parti sono ben accoppiate tra di loro, con rivetti e viti tutti installati correttamente; peccato solo che non li abbiano scelti neri in tinta con tutto il resto del case.
Passando al lato pratico, l'integrazione dell'hardware è risultata comoda e abbastanza rapida; gli spazi di manovra nell'inserimento in posizione dei vari componenti è abbondante, ma si rivela poco più che sufficiente nelle successive fasi di cable management, soprattutto se, come nel nostro case, state impiegando un dissipatore dalle dimensioni non indifferenti. Nulla di grave, sia chiaro, e si riescono ad ottenere ottimi risultati, ordinati e puliti, a patto però di dedicarcisi con pazienza. Infine, nonostante l'assenza di meccanismi tool-less per i hard disk ed SSD, la loro installazione è intuitiva e veloce, grazie all'impiego di supporti rimovibili, installati ad incastro sul telaio stesso.
Purtroppo abbiamo dovuto penalizzare un po' il case sul fronte prestazioni; valutando i test di stress è emerso infatti che la CPU non risente eccessivamente quando chiusa all'interno del case, mentre la GPU soffre particolarmente, raggiungendo temperature molto elevate in poco meno di due minuti; la griglia laterale non ci è venuta in soccorso con la scheda da noi impiegata nei test, ma lo farà certamente con VGA più lunghe e dotate di un dissipatore che espelle l'aria calda direttamente attraverso i bracket PCI.
Ma c'è un ultimo e significativo punto di forza dell'Antec ISK600 che ci spinge a consigliarvene l'acquisto: il prezzo di vendita. Alla data della pubblicazione di questo articolo potreste portarvi a casa il case per soli 58€-60€, un prezzo davvero molto aggressivo soprattutto considerando l'ampia compatibilità con l'hardware e l'ottima qualità costruttiva. Sul mercato certamente si possono trovare soluzioni più economiche, ma con qualità nettamente inferiori, e siamo sicuri che valga la pena spendere quei 20€ extra per aggiudicarsi questo ottimo case, senza però superare quella soglia degli 80€-85€ necessaria per altri case con le medesime caratteristiche.
Riassumendo, infine, quanto visto in merito all'alimentatore Antec High Current Gamer 520M, possiamo certamente affermare di avere avuto a che fare con una unità di buon livello, capace di erogare fino a 520W, progettata e realizzata per soddisfare le esigenze più comuni, per tutti quei sistemi di fascia media/media-alta non troppo assetati di watt, mantenedo sempre un occhio attento al portafoglio. Dal punto di vista tecnico è ben progettato e completo di ogni sezione, dal generoso filto EMI, al'APC fino alle numerose protezioni adottate, e la sua implementazione è di conseguenza ottima, ordinata e pulita, con buone saldature (ad eccezione del retro del PCB nella zona del secondario). La componentistica è ben dimensionata alla non eccessiva potenza in gioco, ma è qui dove Antec ha cercato di contenere un po' i costi.
Peccato solo per l'efficienza non al top per i nostri giorni, che si assesta all'87% circa con la certificazione 80Plus Bronze, e al design un po' datato (basato sulla piattaforma S12 II di casa Seasonic), con l'uso della regolazione di gruppo e di un design passivo che sfrutta diodi SBRs al posto dei mosfet per la generazione delle tre linee +12V, +5V e +3.3V.
Prezzo di vendita di circa 65€/70€, sicuramente adeguato a quanto visto, in linea con la concorrenza.
Nome prodotto | PRO | CONTRO | Award tecnici |
Award prestazionali |
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+ Dimensioni e peso contenuti |
- La finitura dell'alluminio si sporca facilmente |
Nome prodotto | PRO | CONTRO | Award tecnici | Award prestazionali |
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+ Buon design tecnico, ordinato e razionale |
- Design un po' "vecchio" non DC-DC e regolazione di gruppo |
Si ringrazia Antec per i prodotti oggetto dell'articolo.