Recensione Bitfenix Aurora

Smontare totale il Bitfenix Aurora è molto semplice. Le plastiche frontale e superiore sono installati ad incastro, e si rimuovono semplicemente tirandoli con decisione. Restano poi da smontare i due cestelli per i dischi, che sono avvitati al telaio con quattro viti ciascuno.

Ed ecco il case a nudo; cosi come l'esterno, anche il telaio è verniciato di nero, in ogni sua parte, cestelli compresi. La verniciatura è stata realizzata a regola d'arte e non abbiamo notato il minimo difetto, nemmeno nei punti più critici quali filettature o rivetti. La struttura del telaio, in acciaio SECC, è semplice e pulita, ma risulta allo stesso tempo di eccellente fattura e nel complesso più che robusto; non abbiamo notato alcuno strano movimento, gli accoppiamenti tra le varie parti che lo compongono sono perfetti; in sostanza, la qualità dei materiali impiegati e l'attenzione posta nell'assemblaggio sono di primo livello.

Cosi come aveva fatto per il primo Pandora, in tema dissipazione attiva Bitfenix ha optato per dei supporto ad L che sono, per cosi dire, "esterni" alla struttura stessa del telaio, che si nascondono all'interno delle due maschere frontali e superiore una volta installate. Questa soluzione permette di guadagnare un po' di spazio interno senza intaccare gli ingombri del telaio stesso e del case.

Seguono le panoramiche del telaio del Bitfenix Aurora.

 

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