Rimosso il case da tutte le protezioni, lo possiamo finalmente ammirare nella sua interezza. Siamo di fronte ad un case dalla forma tutto sommato semplice e lineare, che non è nel complesso totalmente innovativa, ma che lo diventa in realtà osservando per bene i vari dettagli della sua linea. Quello che spicca per certo fin da subito è la qualità di questo case, in particolar modo dei materiali impiegati: alluminio satinato nero a profusione, di un bello spessore, e poca plastica, della quale sono fatti la maschera frontale, e la cornice posteriore. A concludere il vetro, fumé scuro, impiegato per le due grosse paratie laterali, di pari qualità rispetto a quelle viste nell'Aurora sempre di casa Bitfenix.
Il frontale è costituito da una sagoma, in plastica nera appunto, rettangolare, curva sui lati, segnata dal logo della casa produttrice, ricavato un blocco di alluminio e fissato nella sua parte bassa. E' anche presente, nella metà superiore, la classica copertura che si usa solitamente per chiudere gli slot da 5.25"; ci chiediamo solamente a cosa serva, visto che lo Shogun non è predisposto per questo genere di drive.
Passando al lato opposto, il retro, osserviamo la disposizione dei componenti principali, che segue il dettame ATX più recente; il vano dell'alimentatore è sul fondo e, salendo, troviamo lo spazio per sette periferiche PCI/PCI-E, e infine quello per le connessioni di I/O della scheda madre; restano poi la classica griglia con fori a nido d'ape per ospitare una ventola da 120/140mm e una seconda mesh, ricavata a fianco dei bracket PCI, che di certo aiuterà lo smaltimento dell'aria calda.
Ma il vero punto forte di questo Shogun sono le due stupende paratie laterali, realizzate interamente in vetro temprato; quella di sinistra è fumè scuro, quella di destra totalmente nera. Il loro taglio, a forma trapezoidale, le rende differenti e distinguibili in questa fascia di mercato che è sempre più invasa dal vetro; e rende anche lo stesso case, in un certo senso, diverso, scompigliando un po' le linee sue linee precise. Entrambe le paratie sono fissate in posizione da quattro grosse viti con testa piatta zigrinata nere.
Anche la parte superiore del case merita particolare attenzione, non tanto per il suo look, quanto per l'innovativa soluzione tecnica adottata per il passaggio dell'aria. Cosi come succede ormai sovente per il frontale, Bitfenix ha voluto nascondere alla vista anche la griglia sul tetto del case, e lo ha fatto con una semplice idea, ossia l'aggiunta in questa zona di una cover in alluminio a forma di "C", che crea una sorta di tunnel attraverso il quale l'aria può entrare/uscire senza il minimo problema, ottenendo allo stesso il risultato visivo desiderato.
Ritroviamo la stessa costruzione anche per il fondo, a formare la base sulla quale poggia tutto il case; anche qui l'aria può entrare/uscire senza alcun problema da questo accesso. Come piedini, infine, troviamo quattro semplici strisce rettangolari di gomma di pochi millimetri di spessore, che semplicemente stabilizzano e smorzano le vibrazioni.
Quello che più lascia il segno al primo incontro con il Bitfenix Shogun è la sua imponenza, ed anche la qualità dei materiali, che si nota alla sola vista; d'altronde, con un peso a secco di ben 14Kg, non poteva essere certamente diverso. Il colore nero, un grande classico, si abbina a linee globali semplici, rotonde, spezzate dalle due grosse finestre laterali in vetro a forma di trapezio, che fanno un po' da contrasto. Si vede e si sente che siamo di fronte all'ultimo gioiello di casa Bitfenix.