Recensione Bitfenix Shogun

Il sistema di illuminazione certificato Aura di cui questo Bitfenix Shogun è composto da una piccola unità centrale posta sul retro della scheda madre, in alto; a questo piccolo PCB va collegata l'alimentazione tramite un molex a 4 pin (scelto a favore del SATA per la maggiore corrente a disposizione), il pulsante di controllo e i vari componenti pilotati, in questo caso le strisce a LED dei due SSD Chroma. Il sistema è modulare, ossia si possono collegare in serie anche altri device compatibili; nella nostra configurazione abbiamo deciso di aggiungere una striscia a LED Alchemy 2.0.

I due alloggi SSD Chroma sono illuminati da una striscia di tre LED RGB ciascuno, posta lungo il loro lato inferiore; la luce è poi diffusa da una sagoma di plastica semi-opaca opportunamente disegnata per coprire i bordi inferiore e laterale destro.

 

Shogun elect auraShogun elect aura pcb

 

Sul tetto del case, come visto sin dal primo sguardo, è installato un pannello di I/O; questo offre due porte USB 2.0, due USB 3.0, jack per cuffie e microfono, pulsanti di accensione (con LED integrato), reset e di controllo dei LED, che permette di variare il colore della luce, più un secondo LED per lo stato degli hard disk. Il pannello è montato su telaietto in plastica, che viene centrato al suo posto grazie a due piccoli perni laterali e si fissa in posizione con due viti con testa a croce.

 

Shogun elect IO mountedShogun elect IO frontShogun elect IO backShogun elect IO button

 

I tre pulsanti ed il LED degli hard disk sono posizionati ed incollati direttamente sul telaietto, mentre le diverse porte presenti sono montate su due piccole schede stampate rettangolari, di colore nero, che sono a loro volta avvitate alla plastica. Come accade nel 99% dei case, le due porte USB 3.0 altro non sono altro che delle prolunghe, per le quali il PCB funge solo da supporto, mentre i due jack da 3.5" e le porte USB 2.0 sono saldati sulla scheda, e sono collegati a due connettori da otto pin ciascuno. Da qui partono poi i vari cavi verso la scheda madre. Un PCB molto semplice, ma comunque ben realizzato da Bitfenix, con saldature belle tonde e lucide e connettori ben ancorati nella loro posizione.

 

Shogun elect IO pcbShogun elect IO pcb back Shogun elect IO pcb connections

 

Chiudiamo il discorso elettronica, per passare a quello ventilazione forzata. In configurazione di default il case è predisposto con ben tre ventole da 120mm, una installata sul retro del case in espulsione, le restanti due sul frontale in immissione. Queste ventole sono nello specifico le BitFenix Spectre 120, siglate BFF-SCF-12025KK-RP, in grado di offrire circa 43.5CFM di portata e una pressione pari a 0.62 mm-H2O, per una rumorosità contenuta entro i 18dBA; una buona scelta per l'aerazione del case, volta sicuramente a limitare il rumore prodotto.

 

Shogun elect fan backShogun elect fan front

 

Passando al retro, è possibile installare una ventola da 120mm oppure da 140mm; in alternativa si può posizionare senza alcun problema un radiatore di pari misura. Passando al frontale, c'è spazio per due ventole da 120mm oppure tre da 140mm; sinceramente non abbiamo capito perché le ventole da 120mm siano state limitate a "sole" due. Al loro posto, qui c'è spazio per un radiatore di misura consigliata pari a 240mm o 280mm, quindi un biventola; Bitfenix non parla di triventola, ma a nostro avviso lo spazio sulla carta c'è, forse però previa qualche piccola semplice modifica e la perdita di tutti i cestelli. In ultimo, sul tetto, gli spazi sono tre per le ventole da 120mm e due per quelle da 140mm; in questa zona è certificata dalla casa stessa la predisposizione per un radiatore triventola, aggiungiamo noi sia slim che non (max 45mm).

 

Shogun cooling back fanShogun cooling back rad

Shogun cooling front fanShogun cooling front rad

Shogun cooling top fan   Shogun cooling top rad

 

Nel complesso non si può che essere soddisfatti delle doti tecniche del Bitfenix Shogun; le opportunità e le potenzialità in fatto di raffreddamento attivo sono alte, e già la configurazione di default a tre ventole è secondo noi più che buona per coprire le esigenze della maggioranza delle persone. Ma se non foste ancora soddisfatti, in un attimo è possibile potenziare ulteriormente il sistema, o, ancora più in la, passare ad un raffreddamento a liquido custom, che qui trova posto senza problemi.


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