Cosi come per il fratello a flussi perpendicalari anche il PH-TC14S viene equipaggiato di serie con una ventola, in questo caso si tratta tuttavia di una PH-F140MP; ventola da 140mm frameless utilizzante un interasse per ventole da 120mm caratterizzato da una cornice bianca ospitante al suo interno un layout ventilante a sette pale nuovamente ad alta copertura dell'area soffiante.
Anche qui abbiamo la scelta di Phanteks di utilizzare il medesimo motore a bilanciamento dinamico che ha il compito di muovere le pale caratterizzate da linee di taglio e di spinta decisamente semplici e lineari, nuovamente avremo l'MVB2 (Maelström Vortex Booster) che prevede una singola appendice aerodinamica posta sull'esterno del dorso della singola pala, sempre per restringere il cono d'aria post ventola, assieme ad una elevata estensione dei profili palari al fine di creare un'ampia zona di depressione frontale agevolando il pescaggio della ventola che avrà di conseguenza maggiori portate a pari RPM.
Leggera differenza rispetto la F120MP per ciò che concerne la geometria delle pale la abbiamo unicamente sulla linea di spinta la quale oltre a ripresentare una forma arrotondata nel punto di connessione col rotore centrale, presenta anche tre angolature differenti della linea di spinta stessa che passa da 45° a 30° fino a livellarsi quasi completamente nel punto più esterno dell'elemento soffiante; si tratta di una soluzione tecnica adottata sostanzialmente per cercare di omogenizzare le pressioni statiche e il vortice che si crea dalla rotazione cercando di renderlo il più stabile possibile senza andare a creare inutili turbolenze dettate da una linea di spinta troppo pronunciata per l'intero arco che connette i punti interni ed esterni della pala.
Sfuggita di vista risulta nuovamente la pellicola protettiva in plastica sul retro del motore a cui si aggiunge l'adesivo che riporta come modello il PH-FP140, informazione vera a metà; se infatti il telaio risulta quello della FP140HP la struttura ventilante risulta quella della FP140MP come si può chiaramente vedere dal sito di riferimento che mostra come la MP utilizzi una layout a sette pale mentre la HP si appoggi ad una superficie soffiante a nove pale. Abbiamo di fatto tra le mani una sorta di ibrido che non figura nemmeno a catalogo, scelta quantomeno curiosa che vediamo per la prima volta in oltre sei anni di attività nel settore.
Scelte strane a parte, l'aspetto estetico risulta come per la sorella minore decisamente curato e ripresenta sul telaio otto disaccoppiatori circolari a cui si aggiunge un cable management posteriore con clip di ritenuta che blocca termorestringente e relativa calza siliconata di colorazione bianca al resto della ventola; in tinta risulta anche il molex di connessione, scelta quantomeno azzardata dato che il bianco può facilmente tendere al giallo col passare del tempo, purtroppo però questo è un aspetto che esula dalle nostre possibilità e a cui solo "Alexander Hartdegen" potrebbe dare una risposta.
