Tutti e quattro i nuovi ETS T40-Fit si basano sulla medesima struttura dissipante, essa è composta da un singola torre a sviluppo verticale costruita da un pacco alettato formato da cinquantadue alette in alluminio; queste vengono alimentate da una matrice di scambio termico formata a sua volta da quattro hetpipes da sei millimetri di diametro U design e quindi con doppio punto di condensazione e singolo di evaporazione.
La disposizione prevede il collocamento dei tubi su quattro colonne, posizionando a gruppi di due le heatpipes; guardando la base e partendo dall'alto, avremo: colonna esterna, colonna centrale, colonna esterna e di nuovo colonna centrale al fine di ottimizzare al meglio la distribuzione termica che trova vantaggio anche dalla chiusura laterale del pacco alettato al fine di evitare scarichi laterali non voluti risucchiando al contempo ulteriore aria dalla parte frontale.
Enermax in questo caso caso parla di "VACUUM EFFECT FLOW (VEF)" ma altro non è che l'effetto Venturi applicato ai dissipatori in questione; per onor di cronaca riportiamo un piccolo estratto da wikipedia:
"L'effetto Venturi (o paradosso idrodinamico) è il fenomeno fisico, scoperto e studiato dal fisico Giovanni Battista Venturi, per cui la pressione di una corrente fluida aumenta con il diminuire della velocità.
L'esperimento dimostra che il liquido raggiunge nei tubi altezze diverse: minore dove la sezione si rimpicciolisce (in cui aumenta la velocità) e maggiore quando la sezione si allarga (ovvero quando la velocità diminuisce). Dato che la pressione del liquido aumenta all'aumentare dell'altezza raggiunta dal liquido nei tubi manometrici, è possibile dire che ad un aumento della velocità corrisponde una diminuzione della pressione e viceversa, cioè all'aumento della pressione corrisponde una diminuzione della velocità. Con esperimenti appropriati, è possibile notare lo stesso fenomeno nei gas"(L'aria nel nostro caso).
Ulteriore importante aggiornamento tecnico per ciò che riguarda l'omogeneità di trasferimento termico risulta la presenza di alcune appendici aerodinamiche all'interno delle alette nei pressi delle heatpipes, tali conformazioni permettono di creare delle turbolenze controllate all'interno del pacco alettato permetttendo di rimuovere le cosidette "dead zone" che si vengono a creare sul retro delle heatpipes che fanno da vero e proprio muro per qualche millimetro dietro di esse prevenendo il corretto scambio termico tra l'aria e il dissipatore in queste specifiche zone. Lo schema seguente spiega in maniera semplice il fenomeno appena descritto raffrontandolo con una soluzione munita di semplici alette planari.
Ovviamente tale tecnologia risulta essere presente su tutte e quattro le versioni e porta alla presenza sulla testa - visibile nell'ultima foto inserita - di una freccia che indica la direzione forzata da far assumere ai flussi della ventola che si sta per installare, si tratta di una accortezza tanto semplice quanto essenziale per il corretto funzionamento delle tecnologie appena riportate. Presente su tutte e quattro le edizioni risulta inoltre anche l'HDT di seconda generazione sulla superficie di contatto con l'IHS del processore; si tratta come al solito di una lavorazione eseguita a regola d'arte da parte di Enermax che ormai può contare su un forte know how acquisito nel settore.
Assolutamente planare e priva di sbavature risulta infatti la rettifica e la relativa lucidatura apportata con le heatpipes a vista.
Assenti all'appello risultano il dissipatore di buffer in alluminio sulla base che, a causa del ponte di ritenzione centrale, viene limitato al mero monoblocco di ritenzione delle heatpipes se pur ci sia un minimo accenno di alettatura sui lati non interessati dall'array di alimentazione. A questo si aggiunge la mancanza delle saldature in lega che non vengono utilizzate ne per le versioni con rame ed alluminio a vista ne per le versioni con rivestimento ceramico nero o bianco.
Presenti sono invece le zone a riduzione del coefficiente aerodinamico sul pacco alettato che prevedono la sagomatura delle alette con le caratteristiche strutture trapezioidali, tipiche di Enermax e della cugina Lepa, che facilitano il corretto funzionamento del dissipatore anche con ventola a bassi RPM dettati dalla curva PWM scelta da parte dell'utente.