Recensione LEPA Neollusion

 

Il NEollusion in analisi su queste pagine risulta essere un dissipatore monotorre a sviluppo verticale con una altezza complessiva di 162 millimetri per un peso che passa i seicento grammi in ordine di marcia, stiamo quindi parlando di un dissipatore rivolto già ad un target di utenza piuttosto avanzata che oltre alla personalizzazione estetica ricerca anche le prestazioni.
Per rispondere a ciò LEPA utilizza una struttura dissipante formata da cinquantaquattro alette in alluminio che vengono alimentate da un matrice di quattro heatpipes da sei millimetri di diametro a capillarizzazione sinterizzata e a doppio punto di condensazione e singolo di evaporazione, sulle stesse viene applicata la tecnologia HDT sulla base  a cui si accosta, sull'intera superficie dissipante, una verniciatura ceramica di colorazione nera fatta eccezione per il punto di contatto con l'IHS del processore.

Premontata di serie risulta inoltre una ventola da 120mm proprietaria con controllo PWM di cui avremo modo di approfondirne i dettami nelle pagine successive.

lepa neollusion heatsink

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L'analisi del pacco alettato parte dalla parte superiore che vede l'adozione di un testa munita di aletta estetica riportante nella parte centrale il logo di LEPA mentre ai lati trovano collocazione le quattro colonne di heatpipes accompagnate dai Patented VGF (Vortex Generation Flow), quattro gruppi di appendici aerodinamiche poste nelle immediate vicinanze delle hp stesse che permettono di miscelare i flussi in arrivo dalla ventola evitando le "zone morte" nel retro delle stesse ottimizzando, di conseguenza, sia lo scambio termico sia il coefficiente di resistenza aerodinamica che giova dal minor numero di hp in superficie dissipante.

Presente nella parte superiore destra del dissipatore anche un alloggiamento per il ricevitore a raggi infrarossi del telecomando che di conseguenza permetterà all'utente di operare in tutta semplicità anche a sistema montato.

lepa neollusion top lepa neollusion top ir

Scendendo sul pacco alettato troviamo una struttura a coefficiente dinamico con gruppi di quattro alette intervallati da ulteriori gruppi di due di forma trapezoidale con il compito di rettificare sia in vortici in entrata che quelli in uscita minimizzando gli scarichi laterali nonchè l'eventuale risonanza data dalla massa radiante. Si noti in questo caso che la configurazione delle alette nonchè la presenza dei VGF obbliga l'utente ad installare la ventola seguendo un preciso schema fluidodinamico, i flussi dovranno infatti essere sempre rivolti verso la sezione con le alette a sezione variata collocata nella parte di sinistra o se si preferisce la ventola dovrà soffiare verso il logo a patto che si stia leggendo lo stesso in posizione corretta e non rovesciata.

Impossibile da non vedere, all'interno della porzione centrale risulta la presenza della griglia bianca che avvolge per tutta l'estensione il Neollusion; tale struttura ha una funzione prettamente estetica e permette di far brillare, letteralmente, il dissipatore grazie ad una integrazione certosina dei led.
LEPA per la prima volta implementa infatti due schede elettroniche direttamente all'interno della massa radiante sfruttando il form factor degli SMD che le consente di inserire un numero sensibilmente maggiore di diodi risolvendo sia il problema del controllo che dell'alimentazione sfruttando il telecomando per il primo ed un cavo di alimentazione separato per il secondo.

neollusion led inside neollusion led inside2

Il risultato ne è una resa estetica di alto livello che non va ne ad intaccare le prestazioni termiche del dissipatore ne tantomeno ad aumentarne le dimensioni complessive come spesso accade su prodotti concorrenti; cosi come per le ventole ancora una volta LEPA mette i puntini sulle i quando si parla di illuminazione integrata.

Scendendo ulteriormente di quota giungiamo alla porzione inferiore, qui ritroviamo gli incavi nelle alette per il passaggio dei cavi di alimentazione delle due schede LED e di nuovo le appendici aerodinamiche per la gestione dei flussi post heatpipe; assenti risultano invece le saldature in lega tra le hp e le alette stesse a causa dalla verniciatura superficiale che interessa entrambe le superfici. In questo caso si fa quindi affidamento sulla mera punzonatura dei materiali che, se ben eseguita come nel caso in questione, offre comunque un eccellente coefficiente di scambio termico.

lepa neollusion lower fin

Poco più sotto trova infine posizionamento il monoblocco in alluminio della base, questo è ricavato interamente dal pieno e vanta la tipica conformazione per l'alloggiamento dei sistemi di ritenzione a sei punti di ancoraggio. Assente risultano quindi eventuali dissipatori di buffer che lasciano spazio ad una zona superiore del tutto lineare a cui si affiancano due cunei laterali che abbozzano una timida scalettatura per gestire le fasi di startup del sistema.
Ulteriore compito primario del monoblocco appena descritto risulta essere quello di ancorare saldamente alla sua superficie le quattro heatpipes che solcano il dissipatore, qui LEPA per il Neollusion affila gli artigli e sfoggia una lavorazione impeccabile della propria base con HDT a vista di terza generazione.
La stessa prevede la messa a diretto contatto delle heatpipes con l'IHS del processore eliminando dal gioco una interfaccia termica a tutto vantaggio sia della reattività del prodotto che delle prestazioni, allo stesso tempo vengono inoltre eliminati i canali tra i tubi e l'alluminio che rimane anche lui a diretto contatto con l'IHS al fine di fornire una struttura di buffer nelle prime fasi di accensione.

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