Recensione Scythe Mine 2

Lo Scythe Mine 2 viene fornito all'utente finale imballato internamente con dei semplici pezzi di cartone che ne proteggono la testa e la base del prodotto, una soluzione semplice e al contempo funzionale limitatamente ai piccoli urti, l'estetica in questo caso viene messa decisamente in secondo piano.
Tolto quest'ultimo tipo di protezione, il dissipatore si dimostra essere a doppia torre dissipante semi-indipendente formata, ciascuna, da 44 alette in alluminio.
Entrambe le torri vengono alimentate da otto heatpipes da sei millimetri di diametro a capillarizzazione sinterizzata U design(un punto di evaporazione e due di condensa) senza che quest'ultime subiscano tuttavia un processo di rivestimento al nichel, la politica della casa di utilizare lo stretto necessario lo si può vedere anche in questo tipo di applicazione.

Un forte contrasto con ciò, tuttavia, lo si può notare nell'applicazione di rivestimenti estetici ai due estremi delle heatpipes, tale soluzione ha però un discorso decisamente più ampio rispetto a quello descritto fin qui, tali "cappucci" sono infatti la firma stessa del brand che è stata utilizzata fin dal primo dissipatore concepito e che si protrae sino ai giorni nostri.

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Osservando il Mine 2 dalla parte superiore si può chiaramente notare la tecnologia su cui Scythe ha investito maggiormente in questi anni e su cui punta ormai con la quasi totalità dei prodotti a catalogo, essa ha denominazione M.A.P.S.(Multiple Airflow Pass-Through Structure) ed è stata introdotta per la prima volta con il lancio del Mugen 2 oltre un anno fa, permettendo al dissipatore di abbattere sensibilmente la resistenza aerodinamica ai flussi generati dalle ventole poste in immissione sul prodotto stesso.

Con la Maps infatti si creano dei canali all'interno della superficie dissipante che permettono di ridurre l'attrito opposto all'aria, canalizzando i flussi all'interno del dissipatore anche quando si utilizzino ventole dalla bassa pressione statica, quasi inevitabili se si cercano basse emissioni acustiche.
Nota a margine sulla superficie dissipante è la mancanza delle saldature in lega tra le alette e le heatpipes che ne riduce in parte la capacità di scambio termico, la casa per il Mine 2 opta per una punzonatura delle alette; soluzione decisamente più economica ma al contempo anche meno performante.

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La base del dissipatore è uno dei punti forse più interessanti del Mine 2; in essa si concentranoi diversi anni di esperienza di Scythe che si concretizzano in tre punti.
Il primo di questi punti risulta essere la presenza di un dissipatore in alluminio monoblocco che funge da buffer al dissipatore nelle situazioni di bassi carichi termici sopperendo al mancato punto utile di condensa delle heatpipes; esse a loro volta godono di un secondo punto tecnico che vede la stratificazione degli otto tubi di calore disposti su due file di quattro che ne permette una gestione ottimale del calore e della relativa superficie dissipante anche se con questo tipo di struttura della superficie dissipante l'utilizzo della stratificazione porta meno vantaggi rispetto all'avere una stratificazione che alimenti sezioni diverse delle alette o addirittura sezioni totalmente separate.

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La sezione della base inferiore del Mine 2 gode di un rivestimento al nichel introdotto anch'esso col tempo e ormai presente in larga parte nei prodotti della casa, con esso si evita l'ossidazione del rame cui è composta la base e si conferisce una rifinitura lucida alla superficie di contatto pur non essendo quest'ultima perfettamente a specchio.

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