Recensione Scythe Mugen 3

Con il nuovo Mugen 3 la casa nipponica ha voluto riportare alla luce la sua serie per eccellenza che le ha permesso di diventare famosa negli anfratti delle comunità di tutto il mondo; per far ciò è stato eseguito un lavoro certosino nell'aggiornamento del prodotto sopratutto sul piano teorico.
Molto interessanti risultano essere sicuramente tutte le implementazioni effettuate in questa direzione, con una complessità della superficie dissipante ad oggi raggiunta veramente da pochi altri prodotti tanto che potremmo forse contarli su una mano.
Immancabili sono le firme di Scythe che vengono applicate su tutti gli esemplari del marchio, ancora una volta rimangono infatti presenti i terminali delle heatpipes esagonali posti sulla testa del mugen, il dissipatore monoblocco in allumnio posto sulla base e le alette punzonate alle heatpipes in luogo della saldatura in lega se pur il lavoro di punzonatura sia sensibilmente effettuata meglio che su prodotti di terzi.
Tutti i materiali utilizzati godono di una qualità al top di livello ; qualità che si riflette anche nell'assemblaggio e nel bundle che vanta staffe di ritenzione in acciaio lucidato a specchio, viti nere perfettamente colorate e finalmente uno sleeving applicato sulla ventola di fascia alta; l'unica piccola grande mancanza si perpetua con la fornitura della pasta termoconduttiva che risulta esse sempre nella classica bustina monouso di plastica che, oltre a risultare poco pratica per le successive applicazioni, obbliga l'utente a buttare parte del materiale; concetto che non possiamo accettare in un prodotto che abbraccia le normative Rhos e quindi il rispetto ambientale.

La SlipStream che viene fornita a corredo con il nuovo nato di casa Scythe è una ventola che ha poco a che fare con la nuova generazione di Slipstream, essa risale infatti alla generazione dell'anno scorso accreditata di "sole" 30.000 ore di funzionamento prima di possibili rotture e non vanta particolari performance sia sul piano delle emissioni acustiche sia sul piano delle pressioni statiche, che risultano essere nella media fino a 60CFM dove ottiene un discreto boost prestazionale che viene tuttavia accompagnato da una emissione acustica finale di oltre 27dB(A); l'unico vantaggio risulta essere l'implementazione del segnale PWM che garantisce un controllo della ventola limitandone gli rpm e quindi i decibel emessi.
Per ciò che concerne le prestazioni il Mugen 3 si dimostra essere un dissipatore pensato per i medi carichi, la superficie dissipante a singola torre munita di M.A.P.S. non gli offre ampie superfici dissipanti ma gli permette di avere dalla sua una eccellente capacità dissipante al raggiungimento dell'equilibrio termico, equilibrio che prende luogo tra gli 80 e i 120 Watts dove fa segnare temperature parecchio interessanti migliori anche di alcuni gradi centigradi di prodotti del calibro del Prolimatech SuperMega, Xigmatek Aegir e Noctua NH-D14.
Discorso diverso viene invece approntato per i bassi carichi termici dove è limitato in maniera fisica dal punto di condensazione delle heatpipes che, con le sei hp da 6mm di diametro, fatica ad entrare a regime scaricando l'intero lavoro al dissipatore di buffer decisamente sottodimensionato per l'energia affidatagli.
Passando agli alti carichi, il nuovo Mugen soffre la mancanza di ampie superfici dissipanti lasciando punti sul terreno nei confronti dei dissipatori bi-torre parrallela pur difendendosi in maniera egregia grazie all'enorme lavoro approntato per la gestione del calore all'interno delle alette dissipanti che gli permette di mantenersi comunque competitivo perdento decimi di grado, recuperabili con tutta probabilità con portate e pressioni maggiori.

Infine il prezzo, lo Scythe Mugen 3 viene venduto al pubblico ad un costo estremamente competitivo per un dissipatore di fascia alta pari a circa 35€ tasse incluse.

Ringraziamo Scythe Europa per il sample oggetto della recensione.

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