Il ZeroInfinity FreeFlow+ si presenta come un prodotto avente una layout a doppia torre parallela dissipante, come la stra grande maggioranza di questo tipo di soluzioni avremo infatti due torri simmetriche che permettono di alloggiare in tutto tre ventole; quest'ultime già fornite di serie con il dissipatore.
Tali ventole vengono ancorate alla superficie dissipante mediante l'utilizzo di sei clip in acciaio decisamente semplici da utilizzare, se con alcuni prodotti serve l'utilizzo di diversi minuti per capire come inserire correttamente le clip, con la soluzione di ZeroInfinity ciò non è necessario, rendendo l'operazione quantomeno immediata grazie anche agli appositi solchi scavati sulla superficie dissipante in alluminio.
Rimuovendo le ventole possiamo analizzare quello che è la tecnologia implementata con il prodotto oggetto di questo articolo, nonstante la struttura di base sia infatti già vista più e più volte con dissipatori provenienti dai più disparati marchi; il FreeFlow+ da il meglio di se "sotto i vestiti" presentando una complessa superficie dissipante alimentata da cinque heatpipes U design da 8mm di diametro a capillarizzazione interna sinterizzata e da una copertura esterna in nichel per evitare la naturale ossidazione del rame cui sono composti i tubi di calore.
Decisamente interessante risulta notare come le alette vengono sagomate secondo un preciso disegno, presentando sulla loro superficie una semicirconferenza centrale ed altre quattro, dal diametro inferiore, lungo la parte della aletta maggiormente interessata dalle heatpipes e quindi dallo smaltimento del calore di queste ultime.
Tale tecnologia permette al dissipatore di abbattere in maniera sensibile l'attrito aerodinamico da parte della superficie dissipante, incrementando l'aria che la attraversa da parte a parte e migliorando le prestazioni in termini di scambio termico; come se cio non bastasse, Zeroinfinity ha inoltre utilizzato anche una seconda struttura interna che va a lavorare le alette formando delle apposite asole, le quali, semplicemente "riciclano" l'aria immessa in supeficie dissipante, portandola alle alette superiori ove creano vortici interni che aumentano la pressione differenziale all'interno del pacco alettato aumentandone, su carta, le performance di smaltimento termico.
Altro fattore da portare alla luce risulta inoltre la presenza sulle alette stesse di una punzonatura che porta tutta una serie di semisfere che gli consente di aumentare in maniera sensibile l'area di scambio termico, massimizzando le performance a fronte di un costo dei materiali praticamente nullo.