Il K2 di casa Alpenföhn viene protetto da tutta una serie di imballaggi; oltre che alla confezione estetica esterna vista in apertura di articolo, esso viene introdotto anche all'interno di un ulteriore scatola in cartone che fa letteralmente da "sarcofago" al dissipatore, ponendo il k2 all'interno di una struttura ad incastro che prevede una armatura esterna parrallelepipeda avente uno spessore di 3cm per lato; per intaccare la struttura del prodotto questa volta una semplice botta non basterà di sicuro; possiamo inoltre assicurarvi che ci vorranno un due minuti buoni solo per capire come estrarre il tutto senza disfare gli imballaggi; lasciamo in questo caso a voi l'inventiva suggerendovi che la frase "apriti sesamo" non funziona.
Rimossi i vari imballaggi possiamo ammirare il K2 in tutta la sua struttura, esso risulta essere un dissipatore a doppia torre dissipante parallela caratterizzato da un matrice simmetrica da ben otto heatpipes U design da sei millimetri di diametro a capillarizzazione sinterizzata.
Queste ultime vanno ad alimentare due pacchi alettati da quarantotto alette in alluminio ciascuno caratterizzati da una struttura lamellare, in parte, del tutto innovativa; se infatti al centro delle due torri la superficie dissipante presenta un profilo praticamente fotocopia dell'NH-D14, con l'utilizzo di quindici file dentellate per l'abbattimento del coefficiente di attrito aerodinamico posto su valori relativamente alti a causa dell'alto numero di alette; nelle facce più esterne utilizza una configurazione di attacco ai flussi totalmente proveniente da farina del proprio sacco.
Tale tecnologia prevede la costituzione di profili non più in due dimensioni, come quelli utilizzati sul Noctua e nella parte centrale del K2, ma prevede la sagomatura di profili piramidali tronchi in 3D; ciò svolge essenzialmente lo stesso lavoro dei profili a file dentellete ma su carta promette di farlo meglio, ottenendo una superficie a pressioni diversificate in grado di bilanciare i flussi in arrivo dalla ventola e sfruttando di conseguenza al massimo l'aria creata, scaricandone ai lati unicamente una minima parte sia che si parli di ventole ad alte,medie o basse pressioni statiche, grazie anche alla struttura laterale interamente chiusa dai profili in alluminio che svolgono la duplice funzione di rigidità strutturale e di ottimizzazione dei flussi interni.
La testa del k2 risulta piuttosto standard, la casa si limita unicamente ad applicare sulle ultime alette delle due torri il proprio logo in rilievo lasciando a vista i cappucci saldobrasati delle heatpipes, che subiscono comunque in precedenza, cosi come la base, un processo di nichelatura antiossidazione evitando di lasciare a vista il colore arancione del rame elettrolitico che andrebbe a creare un contrasto con il colore argenteo dell'alluminio; interessante in questo caso risulta notare di come, sebbene si parli di un dissipatore di fascia alta, risultano assenti le varie saldature tra alette e heatpipes che vengono semplice punzonate le une con le altre.
Le uniche saldature presenti risultano quelle utilizzate per la corretta messa in posa delle heatpipes all'interno del blocco di buffer in rame della base, il quale subisce anch'esso un rivestimento in nichel al fine di evitare la naturale ossidazione che col tempo tenderebbe al verde scuro.
Doveroso risulta spendere due ulteriori parole sulla base; nonostante infatti Alpenföhn utilizzi un sistema di ritenzione a ponte, la casa non rinuncia all'utilizzo di un dissipatore, se pur minimo, di buffer in alluminio monoblocco che va a racchiudere la parte superiore delle heatpipes e si estende ai lati della clip a ponte per una altezza di 5mm con una struttura complessiva di ventinove alette di cui quattro, poste in posizione centrale, dalle ampie dimensioni; oltre a questo abbiamo quello che potremmo definire la vera ciliegina sulla torta, il brand parla di una lucidatura a specchio della base; rifinitura non di certo nuova e che spesso e volentieri viene utilizzata anche da terzi se pur non porti benefici tangibili in termini di performance.
In venti,trenta,quaranta dissipatori che sono passati per il lab nessuno però godeva di questa lucidatura a specchio che risulta letteralmente da prendere alla lettera grazie ad una lucidatura che oseremo definire perfetta.