Rimosso il tutto dai sacchetti che ne suddividono la dotazione, possiamo andare a visionare maggiormente da vicino questo BitFenix Recon; esso si presenta come un pannello LCD utilizzante una cornice sulla quale vengono inseriti in rilievo il logo della casa e il nome del dispositivo, effettuando il tutto su uno sfondo nero lavorato con il caratteristico softouch del brand.
Tale denominazione risulta essenzialmente nella lavorazione della superficie in plastica della cornice che, grazie ad una opacizzazione della stessa, risulta quasi soffice al tatto ed evita che rimangano impronte visibili su di essa; il risvolto della medaglia in questo caso risulta l'accostamento cromatico con i case già attualmente sul mercato che andaranno a staccarsi da tale colorazione se non appartenenti a bitfenix stessa.
Piuttosto standard risultano invece i laterali che ripresentano la classica staffa in acciaio con i fori per la ritenzione standard dei bay da 5,25 pollici.
Come si può intravedere dalle foto di cui sopra, la casa fornisce di serie il pannello con tutti i cavi già premontati di serie evitando quindi possibili errori in fase di montaggio da parte dell'utente; tutto quello che ci sarà richiesto sarà semplicemente connettere le ventole, il molex di alimentazione e i sensori per il controllo dell'hardware.
Una delle cose che più ci ha sorpreso risulta l'inspiegabile scelta di bitfenix di incollare(!) gran parte di questi cavi direttamente al pcb del pannello rendendo di fatto deleteria la rimozione dei sensori di temperatura e del cavo USB, ciò ci obbliga a tenere tutti i cavi all'interno del bay anche nel momento in cui non vogliamo usarli tutti creando solo confusione in maniera del tutto inutile; bizzarra inoltre l'affermazione del brand che afferma la possibilità di utilizzare il pannello anche senza computer, vero ma saremo obbligati a portarci appresso mezzo metro di cavo USB del tutto inutile.
Discorso analogo vale anche per i transistor che vengono incollati al pcb, capiamo la volontà della casa di mettersi al riparo da "elettricisti in erba" ma come si suol dire il troppo stroppia:
Impossibile risulta inoltre anche la rimozione del pcb per procedere eventualmente alla pulizia della polvere tra schermo e scheda di controllo, nonostante infatti ci sia la presenza dei canonici quattro distanziali con relative rondelle dielettriche, la rimozione ci viene resa impossibile dalla scelta di saldare direttamente i contatti dello schermo sui contatti del pcb, cosa che ad esempio su lamptron e aquacomputer avviene tramite accoppiatori maschio/femmina, portando assieme alla piattina di controllo del tochscreen,incollata ovviamente anche quest'ultima alla staffa laterale, alla totale impossibilità di eseguire una qualsivoglia azione di manutenzione senza dover distruggere tre quarti del dispositivo; insomma scelte costruttive ampiamente conservative per BitFenix.