Recensione Scythe Kaze Master Pro

Il rheobus si presenta alla vista solido e senza grosse sbavature, l'intera superficie cosi come il frontale gode di una verniciatura nera che conferisce al prodotto una discreta eleganza.

Il chassis è costuito da una lamiera di acciaio di pochi millimetri mentre il pannello vfd centrale gode di una protezione esterna in plastica trasparente rifinita e lucidata a specchio.

 

 

 

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Le viti,anch'esse nere, che tengono salda la struttura esterna di protezione hanno sulla sede di alloggiamento una svasatura che permette alla testa della vite stessa di entrare all'interno del case per qualche millimetro, il risultato ne è il perfetto allineamento con il chassis evitando l'antiestetico scalino che a volte possiamo ritrovare nei prodotti di fascia entry level.

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La parte posteriore del fan controller è decisamente ben ordinata è chiara anche agli utenti più inesperti o che si ritrovano per la prima volta fra le mani un dispositivo di questo genere.
Oltre alle prese d'aria per il corretto raffreddamento dei transistor abbiamo, da destra verso sinistra, le sei connessioni a tre pin per le ventole che obbligano l'utente ad inserire il molex in un unica posizione evitando di conseguenza possibili cortocircuiti,l'alimentazione principale proprietaria a quattro pin, le sei connessioni per i sensori di temperatura che possono essere inseriti in entrambi i versi senza particolari problemi e i due jumper(ponti) per selezionare i gradi centigradi o Fahrenheit distanti pochi centimetri dall'ultimo ponte che permette di disabilitare il segnale acustico in caso di temperature troppo alte o di assenza del segnale degli rpm proveniente dalla ventola controllata.

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