Privato delle due ventole proprietarie appena analizzate, il Silverstone Tundra TD03 si rivela come un AIO adottante il classico monoblocco per pompa e matrice dissipante da cui si diramano due tubi corrugati di colorazione bianca che terminano rispettivamente nell'inlet ed outlet del radiatore interamente costruito in alluminio e con un verniciatura a forno di colorazione nera.
Partendo da radiatore, esso risulta una soluzione di scambio termico aria/acqua decisamente molto diversa da quanto visto fino ad ora; eccellente a tal proposito risulta la qualità costruttiva cosi come quella dei materiali che godono di una lavorazione certosina in praticamente tutti i punti, fattori che conferiscono alla struttura una solidità nettamente superiore rispetto a quello che si può percepire con radiatori di terzi.
Raffinata risulta la cornice esterna ricavata interamente da un profilato in acciaio verniciato di grigio e molto interessante risulta la soluzione estetica adottata per coprire le camere di espansione del radiatore stesso, esse vengono infatti sormontate da placche in plastica bianca che staccano tra il nero delle alette e il grigio della cornice esterna, decisamente una scelta estetica azzeccata.
Sotto il profilo tecnico il radiatore in oggetto vanta diversi assi nella manica, il più macroscopico è dato dalle generose dimensioni dovute alla profondità del pacco alettato che si estende per ben quattro centimetri a differenza dei 20/25mm della concorrenza, a ciò si aggiunge nuovamente l'assenza di un finecorsa per le viti di ritenzione che tuttavia Silverstone risolve incassando di quel centimetro le alette nelle prossimità dei fori di ritenzione evitando, di conseguenza, possibili rotture delle canaline a causa di viti troppo lunghe; dettagli ma che alla lunga fanno la differenza soprattutto su un AIO dove "l'errore" equivale a buttare il prodotto.
Altra considerazione da fare per ciò che concerne il radiatore risulta la saldatura delle alette alle canaline, come i più attenti avranno notato infatti esse vengono saldate alle canaline non in maniera verticale saldando il dorso delle stesse ma in maniera orizzontale simulando quello che è un po il pacco alettato di un dissipatore ad aria convenzionale; questo su carta permette di abbattere in maniera sensibile il coefficiente di attrito aerodinamico del radiatore consentendo alla soluzione in oggetto di operare in piena efficienza anche a basse o bassissime portate con un radiatore avente, tra l'altro, un FPI di soli 12 elemnti muniti di lavorazioni sulle linee di attacco all'aria per permettere un maggiore passaggio di aria; una soluzione decisamente interessante ad oggi assente persino dai radiatori di fascia alta!
Da sinistra a destra: comparativa tra radiatore Asetek /Tundra e FPI del radiatore in oggetto.