Recensione Enermax LIQMAX 120S

Il LIQMAX 120S risulta essere un sistema di raffreddamento a liquido compatto di ultima generazione utilizzante un radiatore da 120mm connesso tramite due tubi corrugati in plastica nera aventi sezione di 9,5 millimetri ad una matrice di interscambio termico in rame, sormontata da un monoblocco in plastica che racchiude al suo interno tutta l'elettronica di controllo e la pompa adibita alla movimentazione del fluido refrigerante.

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Chiaro segno della politica adottata con questo AIO risulta il radiatore, qui Enermax toglie infatti tutto il superfluo e letteralmente spoglia il tutto. Spariscono a tal proposito gli elementi decorativi laterali cosi come gli antivibrazionali posti sulle sedi delle ventole; al loro posto troveremo la cruda lamiera verniciata di nero che incornicia la superficie dissipante utilizzante una dislocazione delle alette convenzionale ed un elevato FPI, pari a venti alette per pollice lineare; supportato tuttavia dalla presenza della twister pressure adatta proprio per lavorare su superfici ad alta resistenza aerodinamica come in questo caso.
Assenti risultano anche i finecorsa per le ventole che risultano però superflui nel momento in cui utilizziamo le viti pretagliate già fornite con il prodotto e manteniamo l'utilizzo di ventole da 25 millimetri di spessore.

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Il monoblocco centrale del LIQMAX 120S ospita, cosi come per tutti i liquidi compatti, sia il colplate di scambio termico che la pompa PWM atta al ricircolo del fluido refrigerante. Esso risulta essere di forma cubica con una struttura esterna in plastica nera sulla cui superficie trovano spazio incavi estetici e il logo dell'azienda sulla parte superiore che viene retroilluminato di blu(non intercambiabile o rimovibile) durante le fasi di funzionamento dell'AIO. Relegate ad un lato sono invece le connessioni per i due tubi di alimentazione che vantano lateralmente anche un terzo foro sigillato utilizzato dall'azienda per eseguire il riempimento del sistema, la manomissione dello stesso porterà al decadimento della garanzia.

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Decisamente riuscita risulta l'integrazione delle staffe con la struttura in plastica, la necessità di una slitta su cui far scorrere le clip di ritenzione viene infatti risolta brillantemente da Enermax che, grazie al design particolare, nasconde l'alloggiamento senza sacrificare estetica e funzionalità.

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La superficie di contatto vanta una base in rame elettrolitico rettifficata e dall'ampio buffer, tale soluzione permette di avere una migliore ridistribuzione termica anche nel caso in cui si utilizzino processori scoperchiati che vedranno una ridistribuzione omogena del calore ceduto dal die alla base del LIQMAX. Presenti  anche in questo caso risultano nuovamente le viti di sicurezza a testa triangolare per evitare agli utenti manomissioni al sistema di raffreddamento.
Ulteriore valore aggiunto dato dallo spessore della base risulta inoltre la facilità nella rimozione del composto termico, i tre millimetri di altezza del colplate ci permetteranno infatti di rimuovere la pasta termoconduttiva senza andare a sporcare le viti poste a lato della stessa, caratteristica ovviamente del tutto ininfluente sotto l'aspetto prestazionale ma che di sicuro ci farà risparmiare più di qualche minuto durante le fasi di manutenzione del sistema.

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 *Nota: le fasi seguenti sono state realizzate post test termico

Rimosse le ben dodici viti che ci impediscono di accedere al cuore del sistema, la prima parte rimovibile risulta la cornice in plastica che esercita pressione sul colplate in rame evitando che le viti possano segnarlo o piegarlo a causa della pressione; la presenza della stessa svolge infatti la duplice funzione di protezione e di gestione della pressione assicurandosi che il colplate non si fletta sotto carico.

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Alzata la lamina in rame abbiamo a vista la matrice di scambio termico, essa vanta la medesima struttura a microalette proprietaria già vista per il LIQTECH utilizzante la tecnologia "shunt channel" che permette di miscelare il liquido refrigerante all'interno della base, ottimizzando il trasferimento termico complessivo grazie ai flussi esterni che si mischiano con gli interni, miscelando l'acqua in arrivo dalle zone "fredde" del processore con quella delle zone calde e viceversa. Si noti anche qui la presenza del consueto liquido anticorrosivo a causa del radiatore interamente in alluminio mentre i due parallelepipedi in gomma nera presenti ai lati della matrice di scambio termico svolgono unicamente la funzione di ostacolo ai flussi, obbligando gli stessi a passare tra le alette prima di uscire dal monoblocco.

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