I nuovi sistemi di raffreddamento a liquido compatto a marchio Arctic appartengono come accennato all'ultima generazione di AIO di casa Asetek, con gli stessi l'azienda Svizzera si è limitata ad apportare ben poche modifiche tanto che sui radiatori permangono alcune etichette del costruttore originario con numero identificativo e controllo di qualità superato.
In generale i sistemi si presentano come dei prodotti piuttosto convenzionali dal punto di vista esterno, sia per la versione da 120mm che in quella da 240mm avremo la fornitura di un radiatore interamente in alluminio con verniciatura superficiale a polvere di colorazione nera, tubi in gomma antistrozzatura da 330mm di lunghezza con un diametro esterno di undici millimetri e un gruppo pompa centrale di forma circolare che integra nella parte inferiore il coldplate di scambio termico mentre sopra di esso trova collocazione la girante della pompa e la placca di chiusura estetica con il logo di Arctic bianco su sfondo nero.
Liquid Freezer 240
Liquid Freezer 120
Per ciò che riguarda l'analisi dettagliata dei sistemi e volendo partire da quello che è uno degli aspetti più importanti ovvero la superficie di scambio termico, abbiamo la riproposizione della base circolare da cinque centimetri di diametro all'interno dei quali trovano collocazione otto viti di sicurezza con testa torx e una base in rame elettrolitico priva di placcatura al nichel e di lucidatura a specchio; questa lascia spazio ad una rettifica a macchina con una rugosità superficiale piuttosto marcata. Si tratta ovviamente di un approccio voluto, atto ad incrementare la superficie di scambio termico tra IHS-Pasta termoconduttiva e waterblock, che trova giovamento da una superficie leggermente più irregolare rispetto ad una portata a specchio.
Permangono in questo caso i problemi dovuti alla pulizia della superficie di appoggio, le viti infatti fungono da perfetto ricettacolo per la pasta termoconduttiva in fase di rimozione e la lamina in rame tende a flettere parecchio a causa del ridotto spessore tanto che da non montata risulta concava mentre sotto azione delle staffe di ritenzione livella la zona a contatto con l'ihs assicurando un discreto contatto con l'integrato da dissipare. E' essenziale in questo caso avere l'accuratezza di tirare le viti di ritenzione sino a fine corsa.