Con entrambi i Liquid Freezer in analisi Arctic mette a disposizione dell'utente fino a quattro ventole da 120 x120 x 25mm, appartenenti alla serie F12 del brand, esse risultano equipaggiate con l'ormai collaudato cuscinetto FDB a cui si accosta una superficie palare a nove elementi soffianti e un controllo dedicato del PWM mediante tecnologia PST, che consente di passare da una ventola all'altra il segnale PWM senza che questo subisca un degrado sia in termini di potenza che di risoluzione.
Piuttosto standard sono le colorazioni che come da tradizione ripropongono una superficie ventilante bianca inserita all'interno di una cornice nera collocando sulla parte frontale un adesivo estetico con il logo del produttore.
Da notare risulta l'attenzione posta sul cavo di alimentazione, questo oltre ad essere interamente rivestito mediante una guaina ad alto potere coprente offre una lunghezza complessiva di oltre mezzo metro a cui si aggiungono gli ulteriori sette centimetri dati dallo splitter passante posto sul punto più esterno per una lunghezza complessiva di oltre sessanta centimetri.
Misura che se da una parte lascia sicuramente spiazzati, dall'altra trova giustificazione nel fatto che le ventole, cosi come il radiatore, vengono poste ad una distanza minima di circa 25 centimetri dalla CPU e quindi dal relativo connettore CPU_FAN, per evitare di conseguenza all'utente ulteriori spese in fase di installazione si è scelto di optare per la fornitura di un cavo di alimentazione nettamente più lungo del consueto agevolando le operazioni di ordine all'interno del case e semplificando la vita all'installatore di turno grazie a cavi che possono essere fatti passare anche nel retro del tray della scheda madre senza troppi problemi.
Dal punto di vista tecnico, la ventola non offre particolari spunti di riflessione, oltre all'ormai collaudato Hydro Dynamic Bearing di fascia alta su cui fa affidamento Arctic da diversi anni, la struttura palare offre degli elementi ventilanti piuttosto lineari; le linee di taglio prevedono una forma a cucchiaio molto angolata nei pressi del rotore centrale e via via sempre più contenuta mano a mano che ci avviciniamo verso l'esterno al fine di evitare eccessive vibrazioni durante le fasi a maggior regime. Dello stesso avviso risultano anche le linee di spinta che non prevedono alcuna appendice aerodinamica per il controllo dei vortici post pala limitandosi ad arrotondare gli angoli esterni per evitare il classico fruscio dell'aria.
Le ventole vengono infine fissate al radiatore mediante l'uso di asole appositamente ricavate sul radiatore e si collegano l'una all'altra mediante l'apposito connettore PST posto all'estremità del cavo; il risultato sarà una catena che offrirà un 4pin maschio da inserire sul connettore della scheda madre da un lato e un ulteriore 4 pin femmina dall'altro a cui potremo attaccare un'ulteriore ventola che andrà a ricopiare il funzionamento delle ventole presenti sull'AIO.
