Come per i tradizionali dischi meccanici, è molto importante mantenere aggiornato il firmware della propria unità; le più recenti revisioni dei firmware portano spesso migliorie sia per la longevità dell'unità stessa che per le pure performance, andando inoltre a sistemare possibili bug presenti.
Il Kingston HyperX 3K SSD in nostro possesso ci è giunto con il firmware siglato 501ABBF0 e con questa versione abbiamo svolto i test.
L'unità supporta pienamente le funzioni S.M.A.R.T., LBA 48bit, APM, NCQ e il comando TRIM; per chi non lo sapesse, quest'ultimo è fondamentale per evitare una progessiva perdita di prestazioni con l'utilizzo del disco, recuperabili unicamente tramite un Secure Erase dell'unità.
E' il sistema operativo che (se supporta questa funzione) periodicamente lancia il comando TRIM, indicando al disco a stato solido quali sono i blocchi non più in uso, ad esempio dopo la cancellazione di un file; il disco non avrebbe altro modo di sapere quali blocchi sono liberi e quali occupati, rischiando così di degradare le performance con il tempo e con il riempirsi dell'unità.
In suo aiuto, il controller SandForce SF-2281 mette a disposizione un servizio di Garbage Collection molto efficiente; se un tempo questa utility non era poi così potente, le unità più recenti dotate di controller SandForce, come ad esempio gli SSD della serie HyperX, sono quasi in grado di sopperire alla eventuale mancanza del comando TRIM.
Altra peculiarità dei dischi a stato solido è l'overprovisioning, un sistema che permette al disco di aumentare la durata del proprio ciclo vitale, andando a "spalmare" il numero totale di scritture su una popolazione più vasta di blocchi. Facciamo notare che si parla solo di scritture, in quanto le letture non deteriorano le celle di memoria.
In cosa si riflette questa caratteristica? Sulla effettiva capienza del disco. Come visto in precendenza infatti, il Kingston HyperX 3K SSD impiega 16 chip NAND da 16GB ciascuno, per un totale teorico di 256GB; la capienza massima del disco è però di 240GB, con una differenza quindi di ben 16GB, utilizzati proprio per l'overprovisioning, oltre che per la gestione della compressione dei dati o per la sostituzione di celle a fine vita.
Se già per la prima serie Kingston HyperX l'overprovisioning è stata un scelta quasi obbligata, questa nuova serie, che fa uso di celle di memoria con un ciclo vitale più breve, non può certamente farne a meno, pena il rischio di incorrere in dischi con una precoce perdita di performance o addirittura una aspettativa di vita molto breve.