A questo punto, la tensione in alta frequenza può essere portata ai valore voluti, impiegando un trasformatore di piccole dimensioni; senza un innalzamento della frequenza della tensione si sarebbe dovuto impiegare un trasformatore decisamente più ingombrante e pesante.
Nella foto seguente a sinistra sono inquadrati sia il trasformatore primario, quello più voluminoso, sia quello secondario, riservato alla tensione di stand-by da 5V; si notano molto bene i quattro cavi che escono dalla testa del primo, collegati ai successivi diodi raddrizzatori; ognuno di questi cavi fornisce una delle quattro tensioni necessarie al computer.
La foto di destra mostra invece due degli otto integrati che si occupano di raddrizzare la corrente, anche questi dissipati da una generosa placca di alluminio ad essi dedicata.
Questi componenti sono formati da una sola coppia di diodi ed è proprio grazie alla configurazione del trasformante cosiddetta a "presa centrale comune" che non è necessario impiegarne due coppie, come accadeva con il ponte di Graetz. In questo modo si ottiene una efficienza superiore e una minore produzione di calore.
Ed eccoci quindi ai due stadi finali; troviamo una grossa bobina, dedicata alla cross-regolazione del segnale PWM che pilota i transistor di switching, e la batteria dei filtri di uscita, costituti da alcuni circuiti LC. Le induttanze putroppo nella foto non si notano, perchè nascoste dai cavi che partono dal PCB, ma si riescono ad osservare facilmente i condensatori; vediamo bene al centro quattro condensatori verdi/oro, dedicati alle quattro linee +12V, e sulla destra due condensatori per le altre linee, probabilmente per la +3.3V (quello nero) e per la +5V (quello blu/oro).
In questo caso i condensatori impiegati sono dei Teapo da 470uF e 16V e un CapXon da 1000uF e 16V, entrambi con temperatura massima di 105°C e di tipo elettrolitico.
I componenti impiegati mostrano dei valori leggermente al di sotto della media per le correnti in gioco (temperature escluse), che probabilmente non riusciranno ad eliminare in modo efficace il ripple sulle tensioni.
Un ultimo aspetto importante da considerare è la qualità delle saldature e lo facciamo guardando il retro del PCB. In generale riteniamo il lavoro ben svolto, diciamo che abbiamo visto di molto peggio in altri alimentatori della stessa fascia, ma anche di meglio.
Le saldature sono tutte ottime, lucide e lisce, e i componenti sono ben saldi nella loro posizione; alcune pecche le troviamo nei punti cui si nota un accumulo eccessivo di materiale, con riferimento particolare alla parte inferiore dove sono saldati tutti i cavi di alimentazione.
Nota positiva per il ripasso che è stato effettuato sulle piste a maggiore carico di corrente, che permette di diminuire la resistenza del percorso e aumentare quindi l'efficienza dell'alimentatore.