Arrivando a tirare le fila anche per gli Airplex Radical 2/360 possiamo sicuramente dire che la qualità tipica di Aquacomputer c'è e si vede, tutti i materiali sono assolutamente di prim'ordine tanto che tra le mani sembra di avere più un radiatore destinato all'ambito industriale che non per il semplice raffreddamento di un personal computer. Impeccabili risultano a tal proposito la lamiera in acciaio esterna di rinforzo cosi come la superiore cromata fumè che stacca dal telaio principale richiamando la base ricavata dal pieno su un massiccio blocco in Delrin di colorazione nera.
Quest'ultimo è risultato un po il centro operativo dell'Airplex radical e permette finalmente di isolare le camere di entrata e di uscita del liquido scongiurando passaggi di acqua tra l'inlet e l'outlet del radiatore come ormai abbiamo potuto apprezzare su diversi esemplari in commercio; valore aggiunto in questo caso risulta inoltre la presenta sul lato di sinitra di una guarnizione posta tra il monoblocco in delrin e la lamiera al fine di sigillare un foro di lavorazione che mette a diretto contatto con la struttura esterna il liquido e può fungere da ottimo posto per la rilevazione delle temperature senza dover necessariamente acquistare un raccordo passante da 1/4 di pollice.
Privo di difetti risulta anche il pacco alettato che prevede un FPI a media resistenza aerodinamica ed adotta il nuovo sistema di ritenzione di aquacomputer appositamente sviluppato per questi radiatori, esso risulta sicuramente una proposta interessante ma a nostro parere manca di una cosa fondamentale: un sistema di blocco delle sedi che spesso e volentieri tendono a muoversi mentre si monta una ventola o peggio si cerca di montare il radiatore sul chassis facendo perdere diverso tempo in una operazione che con le soluzioni convenzionali è del tutto banale.
Lato prestazioni di indubbio interesse risulta l'analisi dei valori di "pressure drop", qui abbiamo un comportamento che evidenza la natura a camere stagne dei Radical e la scelta progettuale di Aquacomputer di non optare per una singola canalina come per l'HPC 360(altro radiatore a camere sigillate) ma di sfruttare la base in delrin inferiore optando per una configurazione in parallelo dei flussi di entrata ed uscita(vedesi descrizione corpo radiante); questo permette di ottenere un comportamento decisamente migliore dell'HPC fino a 400lt/h dove fa sostanzialmente compagnia persino ai radiatori affetti dal trafilamento, incrementando in maniera esponenziale i valori di pressione non appena ci spingiamo oltre questa soglia critica dettata sostanzialmente dalla sezione dei tubi in rame stessi che, per forza di cose, hanno una portata limite oltre la quale serve pressione per poter andare.
Sul piano delle performance termiche i Radical soffrono di un unica grande problematica, l'assenza completa di ogni qualsivoglia tipo di saldatura(ndr. contenimento dei costi) che unita alla presenza di canaline cilindriche mette un bel freno a mano ai radiatori in oggetto, questo si traduce in quattro gradi celsius di differenza con il nemesis GTX 360(attualmente il 360mm più performante testato) a medi/bassi rpm e due °C a alti rpm dove i 400 e passa CFM limano il gap prestazionale.
La situazione migliora in maniera sensibile se si prende la diretta concorrenza con l'Alphacool XT45 che si colloca a soli 2°C a medi RPM mentre fa segnare temperature del tutto analoghe con ventole a +12v, il tallone d'achille risultano tuttavia ancora una volta i bassi giri motore dove i radical lasciano sul campo 4°C contro la proposta di Alphacool.
Risultati apprezzabili li abbiamo invece contro quello che è un po il loro cugino alla lontana, il Phobya HPC 360, che viene distanziato di circa 1°C lungo tutto l'arco prestazionale dalla versione in rame mentre la versione in alluminio ne ricopia sostanzialmente l'andamento ponendosi in diretta concorrenza con la versione ST30 3600mm full copper sempre a marchio Alphacool, la quale cede il passo sotto i 1200rpm non avendo a disposizione sufficiente massa radiante e relativi CFM per riuscire a far fronte ai 330W sversati in acqua.
Il confronto interno mette infine in mostra prestazioni fin dai 600RPM di circa 2°C superiori per la versione in rame, la quale offre il suo maggior distacco dal fratello in alluminio nel range che spazia tra i 1200 e i 2000RPM; distacco ampiamente prevedibile dato il boost prestazionale offerto dal rame nei confronti dell'alluminio più economico ma anche meno performante in termini di scambio termico a pari condizioni.
Per ciò che concerne il prezzo di vendita gli Aquacomputer Airplex Radical 2/360 sono attualmente in vendita sul suolo italiano ad una cifra di 89,90€ per la versione in rame e 74,90€ per la controproposta in alluminio, richieste decisamente interessanti se si tiene in considerazione la qualità offerta con la relativa sicurezza che questa porta con se alla luce anche dei 109€ richiesti per il nemesis GTX e dei 72€ ivati necessari per portarsi a casa un XT45, leggermente più performante ma con camere comunicanti e produzione extra UE.
Nome prodotto | PRO | CONTRO | Award tecnici |
Award prestazionali |
Aquacomputer Airplex |
+ qualità dei materiali ai vertici di categoria |
- assenza di saldature sul pacco alettato |
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Aquacomputer Airplex |
+ qualità dei materiali ai vertici di categoria |
- assenza di saldature sul pacco alettato |
Ringraziamo Aquacomputer.de per gli esemplari oggetto dell'articolo odierno.
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