Il Phobya G-Changer 560 Rev 1.2 Black si presenta all'utente come un prodotto discretamente realizzato, con una finitura in nero opaco contenente però qualche difetto. Poche lamelle risultano leggermente piegate, mentre la verniciatura della struttura esterna non è esente da difetti; inoltre, alcune canaline nella parte alta, vicino al top, non sono perfettamente dritte. Per quanto riguarda la struttura interna, questo radiatore presenta una doppia fila di canaline (2-rows) nella classica configurazione u-flow a 2 passaggi. Poichè sulla superficie dissipante sono presenti 14 canaline, il numero totale delle canaline interne del radiatore è quindi pari a 28. Le canaline utilizzano inoltre la tecnologia G-Channel: ogni singola canalina è suddivisa internamente da una serpentina, aumentando di conseguenza la superficie di contatto con il liquido al fine di migliorare lo scambio termico complessivo. Per quanto riguarda i materiali utilizzati invece, le lamelle sono realizzate in rame mentre le canaline e le camere con le connessioni sono realizzate in ottone.
Ben studiata la zona relative alle camere che presentano 4 connessioni da 1/4"G, due per ogni camera. In un'integrazione interna fa sempre comodo avere, oltre alle due classiche connessioni perpendicolari alle camere altre due connessioni parallele alle camere del radiatore, che consentono all'utente una maggiore manovra e personalizzazione del loop del proprio impianto.
Le connessioni presentano inoltre 4 tappi da 1/4"G, due in plastica nera e altri due in ottone nichelato, che consentono di chiudere le eventuali connessioni che non si ha intenzione di utilizzare (i tappi in plastica nera non sono provvisti di o-ring, mentre gli altri 2 in ottone si). Molteplici sono le configurazioni che si possono utilizzare: è possibile inserire i raccordi di ingresso e di uscita sulle connessioni perpendicolari alle camere, oppure su quelle parallele alle camere del radiatore. E' anche possibile posizionare l'ingresso su una connessione perpendicolare e l'uscita su una parallela, ma solo se i due raccordi non sono posizionati sulla stessa camera del radiatore. Dai due lati più lunghi del radiatore possiamo apprezzare lo spessore pari a 6cm, lati che non presentano particolari caratteristiche se non il logo Phobya. Da segnalare, la spiaziatura di un centimetro tra la struttura che presenta i fori per montare le ventole e la superficie dissipante vera e propria (presente sia sul fronte che sul retro). E' come se ci fosse un piccolo convogliatore per le ventole offerto dal radiatore stesso, spaziatura che tra l'altro rassicura i più paurosi nell'utilizzo di viti leggermente più lunghe (cosa che comporta, in alcuni radiatori, la foratura della canalina).
Sul retro così come sul fronte troviamo i 16 fori con filetto M3 che consentono di montare le 4 ventole da 140mm. Questo consente non solo di scegliere quale lato utilizzare per montare le ventole, ma anche di montare fino a 8 ventole da 140mm sul singolo radiatore, in configurazione meglio nota come "a panino" (push/pull).
Sul top del radiatore troviamo invece, oltre al logo Phobya, la vite che, se svitata leggermente, consente lo spurgo dell'aria ad impianto avviato. Ravvisiamo anche qui un difetto di lavorazione, con una paratia laterale non proprio ben saldata al top dove è presente la vite.
Il fan spacing relativo ai fori per le ventole è classico, pari a 15mm, mentre la struttura lamellare presenta una densità di circa 9/10 FPI.
Ho quindi montato i raccordi e ho pulito a dovere il radiatore seguendo la procedura di pulizia descritta nella sezione guide del sito. Nella pulizia è stata riscontrata una colorazione fortemente bluastra dell'aceto.