Per prima cosa si è tolto il terminale in delrin nero relativo alle connessioni, operazione possibile grazie alla rimozione delle 6 viti esagonali; questo terminale presenta due forature ovali al suo interno circondate da un oring di tenuta che rappresentano l'ingresso e l'uscita del liquido all'interno del radiatore vero e proprio, forature che sono comunicanti con due canaline parallale e non comunicanti tra di loro ai cui capi di ognuna troviamo le due connessioni da 1/4"G.
Ogni canalina, che si attraversi dall'alto o dal basso, deve presentare quindi una singola connessione che sia questa di entrata o di uscita del liquido come illustrato nelle immagini sottostanti.
Il vuoto lasciato dal terminale lascia intravedere in parte la sua particolare struttura interna, visibile completamente con la rimozione delle 4 viti a croce collocate a coppie sul fronte e lato del HTF4 che ancorano la copertura in acciaio inox lucidato a specchio ai due laterali neri.
Si ha la conferma sul numero delle tubazioni possedute dal HTF4: 4 file di tubazioni parallele ciascuna composta da 7 elementi, per un totale di 28 tubazioni complessive; la prima e l'ultima di queste file presentano l'ingresso/uscita del liquido che avviene grazie a due parallelepipedi in delrin nero che presentano la stessa foratura ovale che si è vista sul terminale delle connessioni e che distribuiscono l'acqua lungo l'intera fila di tubazioni.
Allargando un po' i due laterali neri disposti sul lato lungo del radiatore è possibile vedere che questi due terminali presentano lateralmente due connessioni da 1/4" nascoste che possono essere utilizzate per comporre insieme due diversi HTF4 tramite appositi connettori.
Il funzionamento complessivo del radiatore è ora chiaro. Partendo dall'alto (o dal basso, è irrilevante) il liquido attraversa le prime 7 tubazioni in modo interamente perpendicolare al flusso d'aria generato dalle ventole; è doveroso qui aprire una parentesi perchè è forte la differenza rispetto ai "normali" radiatori convenzionali: nella classica configurazione u-flow a due passaggi il liquido in ingresso al radiatore sfrutta soltanto il 50% del flusso d'aria delle ventole, questo perchè attraversa complessivamente soltanto una delle due metà verticali della superficie dissipante per poi attraversare la seconda metà sfruttando sempre il 50% del flusso d'aria.
Nel HTF4 invece non abbiamo più 2 passaggi, bensì 4, e su ognuno di questi sfruttiamo il 100% del flusso d'aria.
Prendendo come riferimento la foto relativa al top diventa sicuramente più semplice capire il percorso interno del liquido: dopo aver attraversato la prima fila di tubazioni l'acqua attraversa delle U che invertono il senso di percorrenza ed investono la seconda fila di canaline, con la stessa identica cosa che accade per la terza e infine la quarta fila di canaline dove si sfocia nel terminale basso in delrin nero.
Grazie alla rimozione della copertura sul top, rimovibile con la stessa procedura vista per il bottom, è possibile estrarre via anche i laterali più lunghi lasciando a nudo la struttura dissipante del HTF4.
Come si è potuto notare la struttura dissipante è completamente innovativa e priva di 2 distinte camere di comunicazione per i motivi illustrati sopra, cosa che porta al non dover effettuare neanche il leak test abituale. Una volta rimontato il radiatore si è effettuata la consueta procedura di pulizia che è risultata quasi inutile: l'aceto introdotto nel HTF4 ne esce praticamente immodificato dopo un'ora di permanenza nelle tubazioni, trasportando pochissimi residui all'esterno e mantenendo la sua colorazione normale.