Il nuovo Heatkiller IV PRO arriva tra due strati protettivi che consento di proteggere le parti in acrilico da eventuali urti, oltre a questo Watercool sigilla il waterblock all'interno di una sacca di plastica a tenuta stagna prevenendo anche la minima ossidazione del rame e delle altre parti in metallo esposte a tale fenomeno. Ovviamente si tratta di una accortezza che farà la felicità più degli acquirenti della versione con rame a vista piuttosto di chi ha scelto la versione in nichel scongiurando alla fonte l'ossidazione, risulta comunque un'accortezza in più che evidenzia l'ampio know how costruttivo che l'azienda in questione ha raccolto con il passare degli anni.
Tolto anche quest'ultimo strato di protezione davanti a noi avremo un waterblock di forma ottagonale utilizzante due staffe multisocket in acciaio simmetriche a cui si appoggia una delle sette varianti del top, ACRYL CLEAN nel nostro caso. Sotto di essi si sviluppa il coldplate di scambio termico che viene fornito o in versione con rame o vista o con rame nichelato.
La superificie di contatto con l'IHS del processore o con l'eventuale DIE per chi abbia rimosso quest'ultimo, risulta essere del tutto planare sebbene l'azienda tedesca opti per una lavorazione superficiale molto simile a quanto fatto da Noctua, ovvero con un rivestimento al nichel che va a ricoprire una rettifica non perfettemanete a specchio favorendo una rugosità superficiale che consente di incrementare la superficie di scambio termico tra il processore ed il waterblock stesso.
Sempre sulla base abbiamo inoltre la collocazione di una pellicola protettiva antigraffio e la presenza di quattro viti di sicurezza TORX; queste tengono insieme l'intero scambiatore esercitando una pressione omogenea sull'oring in nitrile nero che si assicura di mantenere una tenuta ermetica tra top e coldplate inferiore.
Risalendo di qualche millimetro ritroviamo le staffe di ritenzione che risultano essere interamente ricavate dal pieno per asportazione, esse si ancorano alla base mediante le viti appena visionate e risultano essere composte da una lastra di acciaio spessa quasi tre millimetri che garantisce una tenuta impeccabile anche con viti a fine corsa o sistemi di ritenzione alternativi; di sicuro prima che riuscirete a piegare le staffe distruggerete il top sia esso in rame, Delrin o peggio ancora Acrilico. Come per cugina tedesca Aquacomputer qui la parola chiave è solidità.