Raijintek con la nuova serie Atlantis DIY si spinge sempre più nel mercato del liquid cooling; in questo caso stiamo parlando del raffreddamento a liquido custom dove sono gli utenti a scegliere ciascun singolo componente e montare il tutto nel proprio computer e dove, ciò che in fondo conta, è la prestazione pura.
Abbiamo avuto modo, in particolare, di giocare un po' con i tre waterblock della serie Atlantis: il CWB-C1, il GWB-C1 e il VWB-C1 rispettivamente destinati a raffreddare la CPU, la GPU e le sezioni di alimentazione della scheda madre.
Per cominciare, il waterblock per la CPU CWB-C1 risulta essere costruito totalmente in rame purissimo con nichelatura finale di tutte le sue parti, anche della matrice di scambio (che sarà però destinata a rovinarsi); come per i più moderni waterblock concorrenti è composto da tre parti, un cold-plate, un top e una struttura di ritenzione, tenute insieme da una serie di dodici viti e sigillato per mezzo di due guarnizioni.
Il cuore del waterblock adotta una matrice di scambio moderna, ad alta densità lamellare, ricavata mediante "skiving" del rame: il fin spacing di soli 0,05mm superiore rispetto a quanto avevamo osservato nel più celebre Watercool Heatkiller IV PRO porta a delle performance molto interessanti in termini di pressioni collocando la proposta di Raijintek su valori di poco superiori all'HT IV, dimostrandosi di conseguenza un waterblock decisamente poco restrittivo se raffrontato con le vecchie generazioni munite di jetplate.
Lato prestazioni termiche abbiamo un comportamento che vede il C1 affannare leggermente nelle fasi a bassi carichi termici dove si distanzia di circa 2°C dalla diretta concorrenza, il gap inizia tuttavia a chiudersi fin dai 50W collimando attorno ai 125W su valori comuni a tutta la fascia alta come il Supremacy Evo. Il giro di boa lo abbiamo tuttavia attorno ai 150W dove "l'ampia" superficie di scambio termico che equipaggia questa CWB-C1 inizia a lavorare al pieno delle proprie forze posizionandosi fin dai 200W appena cinque decimi di grado sopra la versione top di gamma di casa Watercool, staccati di 1 e 2°C risultano invece l'EK supremacy e il probya UC-1 Extreme.
Nel complesso possiamo sicuramente dire che si tratta di una soluzione sicuramnete interessante, dotata di un'ottima estetica e con prestazioni ai vertici di categoria,i wb vecchia generazione con coldplate sottili gestiscono meglio le fasi di idle load ma questo Raijintek sa sicuramente il fatto suo non appena il gioco si fa pesante.
Passando al cugino GWB-C1 esso è compatibile con le schede video AMD e Nvidia di ultima generazione, e non solo; anche questo è realizzato totalmente in rame purissimo, ma questa volta non è smontabile in quanto saldato; la rifinitura esterna in nichel è di buon livello, seppur abbiamo notato qualche sbavatura lungo i bordi, sotto la staffa di ritenzione.
Perfetta invece la lavorazione della base, fattore fondamentale per il massimo scambio termico con la GPU. Non abbiamo avuto modo di vedere con i nostri occhi la tecnologia interna, ma molto probabilmente si tratta di una matrice di scambio a micro-alette cosi come visto per la versione per CPU. Peccato per alcune pecche qua e la, come i problemi legati a raccordi, e alla staffa di ritenzione che ingombra sulla scheda video. Le prestazioni però sono di alto livello e risollevano il morale; ovviamente il confronto con la dissipazione ad aria standard è impari, mentre raffrontandolo ad un waterblock quasi concorrente (quasi perché di tipo full-cover) top di gamma emergono le sue ottime capacità di dissipazione; anche sotto il massimo stress possibile il waterblock di casa Raijintek mostra pari performance rispetto al riferimento, risultando solo leggermente più lento nella risposta ai cambi di carico sulla GPU.
Anche il terzo della famiglia, il VWB-C1, non è da meno sul piano delle performance; seppur tecnicamente sia un waterblock molto semplice, i watt scaricati dalla sezione di alimentazione della nostra scheda madre non lo impensieriscono minimamente. Nulla da ridire inoltre sul fronte estetica, dove la nichelatura esterna e la finitura a specchio sono stati realizzati in maniera impeccabile. Gli unici due nei che abbiamo riscontrato riguardano il foro passante sul fondo del waterblock, che potrebbe rivelarsi fonte di perdite di liquido per via della sua posizione non tanto felice, e l'assenza di una lista delle scheda madri compatibili con il blocco stesso.
In ultima analisi abbiamo come alsolito il prezzo di acquisto,i tre waterblock vengono proposti al pubblico ad un prezzo pari circa a 65€ per il CWB-C1, 45€ per il GWB-C1 e 35€ per il VWB-C1; cifre mediamente inferiori ai rispettivi diretti concorrenti di pari dotazione e livello, in particolar modo per il secondo modello dove il risparmio è decisamente significativo. Chi non è alla ricerca del singolo decimo di grado ma bada piuttosto al rapporto prezzo prestazioni può quindi sicuramente trovare in Raijintek un ottima via di uscita essendo la stessa in grado di offrire delle soluzioni molto aggressive che a fronte di una leggera flessione delle prestazioni possono permetterci di arrivare a risparmiare quasi 100€ sul singolo impianto a liquido.
Nome prodotto | PRO | CONTRO | Award tecnici |
Award prestazionali |
Raijintek CWB-C1 |
+ Esteticamente curato |
- sistema di ritenzione migliorabile | ||
Raijintek GWB-C1 |
+ Bundle completo |
- La posizione dei fori filettati è un po' infelice, sia in altezza che in profondità |
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Raijintek VWB-C1 |
+ Bundle completo |
- Mancano le specifiche sulle compatibilità |
Si ringrazia Raijintek per la fornitura dei waterblock in esame.