Scendendo ulteriormente di quota possiamo passare a quello che è il cuore pulsante di tutti i waterblock, per il proprio coldplate il Cuplex Kryos NEXT utilizza una matrice di scambio termico in rame elettrolitico da 2,50 millimetri di spessore interamente rivestita al nichel anche nella parte interna d al fine di assicurare la massima protezione verso i fenomeni di corrosione galvanica qualora si optasse per inserire all'interno del proprio sistema soluzioni ibride realizzate o adottanti parti in alluminio.
Anche in questo caso cosi come per il top la rifinitura risulta a specchio con una planarità che da comparatore centesimale risulta stare nell'ordine dei 7 centesimi di millimetro lungo l'intera superficie di scambio termico, valore di tutto rispetto per un prodotto prettamente commerciale.
Come chiaramente visibile dalle foto, la base presenta agli angoli quattro viti in acciaio inox svasate con testa esagonale, queste ancorano il coldplate al monoblocco superiore mantenendo in pressione l'oring di tenuta che assicura una chiusura stagna della camera di scambio termico.
Una volta rimosse, all'interno del waterblock ritroviamo oltre all'array dissipante in se una struttura esagonale superiore in cui è collocato in posizione centrale il jetplate di immissione del liquido, fisso e non intercambiabile, a cui si affianca una ulteriore seconda guarnizione che obbliga il liquido in arrivo ad entrare in un determinata posizione sulla base prima di poter essere scaricato lateralmente e finire cosi nel secondo foro di estrazione del liquido non pressurizzato.
Essenziale risulta quindi, per i motivi appena palesati, rispettare i fori di entrata e di uscita del waterblock pena il netto decadimento delle prestazioni ad impianto in funzione.
Passando infine alla matrice di scambio termico vera e propria abbiamo una nichelatura integrale anche delle alette di scambio, queste si presentano come una matrice formata da quattordici righe e otto colonne per un totale di cinquantasei alette dissipanti, diciotto canali di scolo e una camera di raccolta esterna che riporta nella porzione inferiore persino il nome del waterblock nonostante lo stesso sia del tutto invisibile a prodotto montato. Al solito in casa Aquacomputer si cura ogni dettaglio.
A differenza delle proposte avversarie di recente fabbricazione come l'HeatKiller che utilizzano una matrice lineare, il Kryos NEXT utilizza una struttura dinamica con distanza degli elementi radianti variabile mediante una sequenza di gruppi di quattro all'interno dei quali i singoli elementi di scambio termico si distanziano di 0,10 millimetri:
mentre la distanza dei canali che intervallano i gruppi di quattro alette sia verticali che orizzontali risulta di 0,15 millimetri:
La scelta di tale approccio è sicuramente duplice e vede nella scelta la possibilità di ridurre l'elevato coefficiente di resistenza idraulica a cui si allaccia la possibilità di miscelare i flussi anche all'interno della stessa base(vedesi Enermax con i propri AIO) ottenendo di conseguenza una matrice più gestibile dalla pompe commerciali ma anche molto più efficiente ed efficacie nella distribuzione ed asportazione del calore al suo interno.