Recensione Scythe Mugen 3

 

Un grosso studio è stato applicato nel campo della gestione termica con il Mugen 3 da parte di Scythe, sebbene la casa continui ad optare per una configuarzione punzonata delle alette alle heatpipes pregiudicando parte delle prestazioni in favore del basso costo di acquisto; dall'altra il dissipatore gode di tecnologie e di studi termodinamici decisamente importanti.

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Una delle tecnologie che da qualche anno a questa parte la casa nipponica sta continuamente implementando ed evolvendo è la M.A.P.S., acronimo di "Multiple Airflow Pass-Through Structure" che potremmo tradurre come "struttura a multiplo passaggio d'aria"; questa tecnologia brevettata e testata dal brand consiste nel creare letteralmente dei canali vuoti all'interno della superficie dissipante permettendo cosi di abbattere drasticamente il coefficiente di attrito aerodinamico portando all'interno del dissipatore un quantitativo di aria maggiore rispetto a quanto non si possa avere con lo stesso dissipatore ma a superficie dissipante completa.
Se da un lato tale tecnologia porta via circa il 15% di superficie dissipante utile, dall'altro a parità di ventola riesce a garantire alle parti vitali del dissipatore un apporto d'aria sensibilmente maggiore, migliorando di conseguenza lo scambio termico sul corpo dissipante che andrà ad influenzare il punto di condensa e le relative temperature sul processore; in un unica parola MAPS.

  M.A.P.S. Mugen 3                       M.A.P.S. Mine 2                    M.A.P.S. Ninja 3

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Decisamente interessate risulta notare l'evoluzione della tecnologia, essa è passata da semplici canali equidistanti con delle piccole superfici dissipanti centrali uniformi a dei canali sempre paralleli ma con superfici dissipanti interne non più omogenee ma intervallate da fori come sul Mine 2 per arrivare infine all'ultima versione applicata sul Mugen tre; qui abbiamo sempre delle superfici dissipanti intervallate ma non più da canali paralleli  bensi da superfici dissipanti convergenti verso il centro e divergenti verso le estremità.
Ciò risulta essere una finezza aggiuntiva data alla tecnologia, che permette di incanalare l'aria ad una relativamente bassa pressione per poi comprimerla verso il centro e scaricarla lateralmente in forma condizionata, in tal modo si massimizzano le portate d'aria fornite dalla ventola e la capacità termica del dissipatore che vede l'aria non più confluire dall'esterno verso l'interno ma dall'interno verso l'esterno con i benefici del caso; decisamente una soluzione di primo livello e parecchio interessante sul piano tecnico.

Uno degli ulteriori vantaggi dell'applicazione di tale soluzione viene inoltre indicata da Scythe sulla confezionecon la scritta di "wide range cooling purpose"; con questa frase la casa va ad indicare uno degli effetti indiretti dell'applicazione di questo tipo di MAPS; grazie infatti ai canali convergenti ed alla relativamente bassa resistenza aerodinamica il Mugen 3 riesce a lavorare correttamente sotto variati profili sia che si ricerchi un dissipatore prettamente silenzioso che un dissipatore performante; l'unica eccezione la abbiamo in fanless dove non essendoci un apporto d'aria attivo la tecnologia implementata risulta inutilizzabile e deleteria.

Come se tutto ciò non bastasse, con il Mugen 3 abbiamo a nostra disposizione una ulteriore arma per la gestione dei carichi termici e questa volta la miglioria viene dalla disposizione delle sei heatpipes U design; esse non vengono infatti dislocate in maniera simmetrica, come ormai siamo soliti osservare nella maggior parte dei prodotti, ma al contario hanno una disposizione ben definita.
Se guardiamo con un attimo di attenzione la testa e la base del dissipatore possiamo agilmente notare di come ci sia un lavoro di ottimizzazione del calore anche da un punto di vista della sua distribuzione all'interno delle alette stesse.
Tracciando una matrice analitica possiamo notare di come le heatpipes vengano suddivise sulle quattro torri semi-indipendenti in insiemi di due sfalsando di una colonna i sottoinsiemi di tre heatpipes.

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Questo permette di ottimizzare ulteriormente il calore trasportato da parte dei tubi di calore all'interno della superfici dissipante, massimizzando ogni singolo cm2 di alluminio a disposizione che a sua volta, grazie alla m.a.p.s., massimizzerà ogni cfm erogato da parte della ventola; un concentrato di tecnologia ormai di rara presenza.
Tanto di cappello a Scythe per le risorse investite nel campo.

 


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